04/06/2013

Eutanasia: Olanda chiede ai medici di uccidere anche i pazienti che non possono più esprimere la propria volontà

È in corso in Olanda uno scontro tra politica e medici sull’eutanasia ai malati di demenza e Alzheimer

È legale uccidere con l’eutanasia pazienti che soffrono di Alzheimer e demenza e che non non sono più in grado di esprimere le proprie volontà? È la domanda a cui medici e politici stanno cercando di rispondere in Olanda, dopo che a gennaio è uscito sui giornali il primo caso di donna malata di Alzheimer uccisa con l’eutanasia, anche se non aveva espresso il suo consenso e non era malata in stato terminale, due disposizioni previste per legge.

«ZONA GRIGIA». I dottori olandesi hanno espresso «difficoltà» a riguardo, dichiarando che si tratta in effetti di una «zona grigia» ma che è fondamentale che il paziente esprima chiaramente la sua volontà di morire per praticare l’eutanasia. Secondo il governo, invece, la legge del 2002 prevede che si possa tenere conto delle dichiarazioni anticipate sul fine vita. Ma l’Associazione dei medici olandesi ha chiesto di emendare la legge, e renderla più chiara, perché una volontà espressa anni addietro può cambiare anni dopo. Il ministro della Salute Els Borst ha però risposto così ai medici: «Un ordine professionale non può interpretare la legge a suo piacimento».

«GRAZIE OLANDA». A gennaio in un saggio pubblicato sul Rapporto del Hastings Center, il più influente giornale di bioetica al mondo, dal titolo «Alzheimer’s disease and personhood», il ricercatore Erik Parens scriveva che «gli olandesi hanno da poco cominciato a usare i criteri di sofferenza insopportabile senza prospettive di miglioramento anche ai malati di Alzheimer. Dovremmo essere grati agli olandesi per questo tentativo». Viste però le difficoltà legali connesse all’uccisione di una persona senza il suo consenso aggiungeva: «Credo che non sarà facile usare gli stessi criteri del cancro per l’Alzheimer. Ma per progredire penso che dovremo provare a pensare sia alle “differenze” sia alle peculiarità della “malattia”. Come riuscire a farlo è molto complesso, ma dobbiamo provarci».

ESTENSIONE DELL’EUTANASIA. Ora l’Olanda ci sta “provando”, a costo di andare contro la volontà dei pazienti. Questo fine settimana è intervenuto nel dibattito anche il cardinale olandese Willem Eijk, arcivescovo di Utrecht, criticando il “rilassamento” dei criteri di applicazione dell’eutanasia: «Negli ultimi anni si vede una tendenza a estendere il campo della sofferenza insopportabile e senza prospettive di miglioramento [requisito indispensabile, in teoria, per ottenere l’eutanasia in Olanda, ndr]. Abbiamo cominciato ad applicarla ai malati davvero terminali, in fin di vita, e ora l’abbiamo estesa anche alle malattie psichiatriche, per esempio».

ESISTE UN LIMITE? «I criteri si estendono sempre di più – continua in un’intervista rilasciata a una radio olandese – come è naturale: quando si apre una porta, quella tende a spalancarsi sempre di più. Quando si rinuncia al principio secondo cui l’uomo non ha il diritto alla morte, derogando solo in alcuni casi, facendo delle “eccezioni”, cioè quando la sofferenza è insopportabile, è normale che poi si accetti anche la sofferenza un po’ meno insopportabile. Se l’uomo può disporre della sua vita e della sua morte, come si fa a fissare un limite? In base a quale criterio?». (Scopri di più sulla questione dell'eutanasia nel nostro articolo di approfondimento dedicato).

di Leone Grotti

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