02/10/2014

La ragione in pericolo

Nel XXI secolo la Ragione sparirà dalla faccia della Terra. Dovrebbe essere questa l’unica, apocalittica conclusione a cui potremmo arrivare se leggessimo le notizie che ci arrivano dal mondo su aborto e infanticidio: negli Usa un attivista pro aborto, per difendere le proprie tesi, è arrivato a dire che perfino l’uccisione di un bambino due minuti dopo la nascita potrebbe essere normale se la madre fosse d’accordo.

E se in America accade questo, ciò che fa il governo francese è allarmante. I ministri di Hollande, senza calcolarne le conseguenze, stanno attuando misure per disincentivare la natalità nel Paese, tagliando fondi e supporti alle famiglie che decidono di avere uno o più figli. In Inghilterra, invece, un predicatore evangelista di strada continua a ricevere minacce e aggressioni dopo che il poliziotto della contea ha invitato la comunità a vigilare che nei suoi sermoni non si parli più di omosessualità. Là, dove il diritto di libertà d’espressione viene chiamato omofobia.

Che il vecchio continente sia alla deriva antropologica e sociale è chiaro a tutti ormai, ma è possibile che questi signori non si accorgano che finita l’ideologia, spenta la fiammella dell’inganno, esiste la Ragione? La Ragione di difendere la vita contro la morte, di non scambiare la libertà d’espressione per omofobia, di governare uno Stato che si basi su famiglie numerose fondate sul matrimonio fra uomo e donna e non su sterili coppie.

Ma se tutto questo ci fa dubitare, l’esempio di Ashley, una giovane donna americana malata di cancro che ha deciso di non sottoporsi a chemioterapia ed interventi per salvare la bimba che aveva in grembo, ci spinge a credere che non è così. Ebbene, ancora non sappiamo se Ashley guarirà o no, ma sappiamo che si sta curando, che lotta per la vita e che un giorno la sua bambina potrà dire di aver avuto una mamma coraggiosa che l’ha amata prima ancora di metterla al mondo. Ed è proprio questo che ci fa credere che un giorno non troppo lontano, dall’età del bronzo, prima o poi, per il normale ciclo del tempo, torneremo all’età dell’oro.

Luca Colavolpe Severi

 

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