Molti dei nostri lettori se la ricorderanno: torniamo sul caso di Ellinor Grimmark, l’ostetrica svedese che alcuni mesi fa si è trovata suo malgrado nell’occhio del ciclone per aver espresso la volontà di praticare l’ obiezione di coscienza contro le pratiche abortive, decisione che ha proiettato la donna nel pieno di una battaglia legale, per il licenziamento che era derivato.
Ebbene, torniamo a parlare di lei per una questione che apparentemente potrebbe sembrare marginale ma che, di fatto, mostra come la forza delle lobby pro aborto sia più radicata di quanto si possa immaginare.
Il 15 ottobre, presso le strutture della Uppsala University, si sarebbe dovuto tenere un importante convegno internazionale sul traffico di esseri umani, prostituzione in primis, essendo questo fenomeno uno dei più gravi esempi di sfruttamento in Europa. Era previsto anche il conferimento di un premio alla Regina di Svezia per il suo impegno nella difesa dei bambini dalla schiavitù.
Sarebbe andato tutto liscio se non fosse stato per il fatto che la co-organizzatrice dell’evento, la Signora Ruth Nordström, è anche avvocato di Ellinor Grimmark.
Così l’Associazione Svedese per l’Educazione Sessuale (RFSU), affiliata alla International Planned Parenthood Federation, ha ordito una campagna mediatica contro l’evento e la sua promotrice, destinataria di pesanti attacchi personali.
L’esito di questa battaglia condotta dai militanti pro aborto ha portato all’annullamento dell’evento a causa del ritiro da parte dell’università della disponibilità ad ospitare il convegno e la comunicazione ufficiale della Corte Reale che la Regina non avrebbe accettato il premio conferitole.
Evidentemente per la Corte Reale e per la Svezia difendere l’aborto è cosa molto più importante rispetto ai basilari diritti umani.
Marika Poletti
Fonte: OpinionViewer