14/01/2019

La strage degli innocenti del 2018: 42 milioni di bambini abortiti

Worldometer, un sito che riporta statistiche mondiali aggiornate in tempo reale come:  popolazione mondiale attuale, nascite, decessi giornalieri nel mondo, aumento della popolazione, dati di economia, ambiente, acqua cibo, energia e salute, votato come uno dei migliori siti web di riferimento dall’American Library Association (Ala) ha registrato il numero totale di aborti a livello mondiale, sulla base anche delle ultime statistiche pubblicate dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms): parliamo di una cifra spropositata pari a 42 milioni di bambini abortiti solo nel 2018.

Per avere un’idea della drammaticità di questo dato, è sufficiente pensare che esso corrisponde al numero delle vittime dell’Olocausto moltiplicato per dieci e a quasi l’equivalente dell’intera popolazione dell’Inghilterra soppressa ogni anno. A livello mondiale, poco meno di un quarto di tutte le gravidanze (il 23%) sono state interrotte dall’aborto nel 2018, e per ogni 33 nati vivi, dieci bambini sono stati abortitiAddirittura si calcola che ci siano stati più morti per aborto nel 2018 che per cancro, malaria, Hiv, fumo, alcol e incidenti stradali messi insieme.

Solo in America, poco meno di 1 milione di bambini non nati vengono soppressi ogni anno e, nonostante i tassi di aborto siano diminuiti negli ultimi dieci anni, esso rimane la principale causa di morte negli Stati Uniti dove ben 60 milioni di bambini non nati sono stati uccisi dal 1973 in seguito alla Roe vs Wade, la sentenza che ha reso possibile l’aborto fino al nono mese in molti Stati americani.

L’interruzione di gravidanza, da sempre presentata come l’ultima spiaggia a cui ricorrerebbero donne che attraversano situazioni drammatiche senza altra possibilità di scelta, in realtà è spesso richiesta da persone “emancipate” che pur avendo, molto spesso, fatto (inutilmente) ricorso alla contraccezione, in nome di quello che oggi si chiama “diritto alla riproduzione” (per edulcorare quella che è, di fatto, una pratica omicida), arrivano a compiere un simile atto. Per non parlare poi degli aborti giustificati, anzi, invocati, in caso di stupro: che spesso portano le donne a sprofondare semplicemente dal dramma alla disperazione, peggiorando ulteriormente la loro situazione.

Chiudiamo, tuttavia, con un dato positivo che riguarda l’Italia (anche se vorremmo che certe “stime” riguardanti l’aborto, fossero pari a zero): dal gennaio 2016 all’ottobre 2017, il numero di aborti eseguiti è stato di 84.926, numero più che dimezzato rispetto ai 234.801 del 1982, anno in cui fu riscontrato un vero e proprio picco in Italia e con un decremento pari a 1,4% rispetto al 2015.

La gravità della questione non va comunque sottovalutata se pensiamo che, nel tempo che avete impiegato a leggere questo articolo, centinaia di bambini sono stati uccisi nel grembo materno e allora viene da chiedersi se davvero questa strage silenziosa può essere la soluzione a molte situazioni seppure difficili e a quanto una tale piaga venga oggi censurata nel mondo del politicamente e non solo, per fare spazio a questioni che, probabilmente, consentono un ritorno maggiore in termini di immagine. Eppure, a giudicare dalla vastità del problema altre questioni riguardanti i “diritti umani” davvero impallidiscono al confronto.

Manuela Antonacci

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