14/07/2013

L’aborto e il suo gemello cattivo: l’eufemismo

“E la bugia non è l’unico mezzo per dire il falso. Tutti parlano con un linguaggio nazista, ambivalente, con cui imbrogliare gli sprovveduti. Prima di accettare le loro parole per quella che sembra essere la loro facciata, dobbiamo sempre andare in cerca di significati nascosti”. ~Robert H. Jackson, Procuratore Generale al Processo di Norimberga I significati occulti abbondavano il mese scorso alla conferenza internazionale di Women Deliver in Malesia, cui hanno presenziato i principali attivisti mondiali per i diritti riproduttivi incluse le americane Melinda Gates, la presidentessa di Planned Parenthood Cecile Richards e Chelsea Clinton. Hanno prodotto un nuovo mantra abortista: “aborto sicuro e legale”.  A quanto pare, i propugnatori dell’aborto hanno deciso di togliere la parola “raro” dal loro slogan quarantennale. Che è successo a Raro? Ricordate quando Hillary Clinton e le altre “associate” abortiste mettevano la sordina all’aborto con la massima tentatrice “Vogliamo rendere l’aborto sicuro, legale e raro”? Raro era la parola del giorno, che andava di moda per assicurare e tranquillizzare il pubblico che l’aborto sarebbe stato scarso. Hillary e le sue compari finsero preoccupazione per l’aborto inducendoci a credere che il loro obiettivo era di rendere l’aborto raro. Quel comodo eufemismo non era null’altro che un falso e insincero tentativo di minimizzare la realtà dell’aborto fingendo di avere qualcosa in comune con I pro-life. Possiamo tutti essere d’accordo nel dire che vogliamo che l’aborto sia raro. Giusto?? Beh, 53 milioni di aborti dopo, raro non è. È stato semplicemente uno stratagemma eufemistico per allargare il “diritto” all’aborto. Il potere delle parole di imbrogliare l’umanità è inconfondibile. Per necessità, la crescita di movimenti radicali è spesso nutrita da linguaggio eufemistico per incoraggiare il sostegno, nascondere i veri obiettivi e mascherare schemi diabolici. È un modo di rendere atti disgustosi più accettabili usando eufemismi. Come ha scritto perspicacemente George Orwell in 1984, “Se i pensieri corrompono il linguaggio, anche il linguaggio può corrompere il pensiero”. Il Terzo Reich padroneggiava gli eufemismi, che corruppero la mente di una nazione.  Hitler usò il termine innocuo “soluzione finale”  per descrivere la sistematica eliminazione di tutti gli ebrei europei. Il Fuhrer chiamava eufemisticamente le strutture per l’uccisione di bambini tedeschi “case per l’infanzia” o “corsie speciali per bambini”. Albert Speer, complice di Hitler, riconobbe che il linguaggio eufemistico ebbe un ruolo chiave nel realizzare “l’intera struttura del sistema che era volto a prevenire perfino che sorgessero conflitti di coscienza”. Nulla invita alla compiacenza più di un linguaggio rassicurante. Chi potrebbe mai contestare un aborto sicuro, legale e raro?? Solo un estremista radicale pro-life potrebbe obiettare a quei sani, razionali e antisettici termini proposti dal movimento abortista. Tuttavia la menzogna è finalmente svelata: è ovvio che, laddove l’aborto è legale, esso non è né sicuro né raro. Nel frattempo l’obiettivo sottinteso e ben nascosto è l’aborto globale, senza restrizioni, a richiesta. La vecchia frase sull’aborto ha fatto il suo tempo con successo e ha raggiunto il suo subdolo scopo perché nessuno crederà più che l’aborto è raro con 1,3 milioni di aborti all’anno negli Stati Uniti e almeno 13 milioni di aborti all’anno in Cina. L’argomento della rarità ha imbrogliato magistralmente le persone, i politici e gli autori di scelte politiche per lungo tempo. È giunto il tempo di ritirarlo. Il Dr. Ryan Topping indica l’uso della lingua strategico, ma sovversivo della sinistra nel suo accattivante libro Rebuilding Catholic Culture (“Ricostruire la cultura cattolica”): “Oggi l’appello della sinistra radicale rende poco chiara la loro posizione filosofica che verrà resa manifesta domani. Tale linguaggio verrà abbandonato quando non sarà più utile ai loro scopi”. Come Topping prevede, raro è oggi rimpiazzato da diritti riproduttivi come ultimissimo eufemismo scelto dal movimento abortista. Ah, com’è stato intelligente chiamare la conferenza Women Deliver! È un doppio senso così pittoresco e cinico per attirare finanziamenti aziendali e per indurre il pubblico ad ammirare il lavoro della conferenza. A prima vista il titolo sembra suggerire che l’oggetto della conferenza sia l’aiutare le donne di tutto il mondo a partorire bambini sani [to deliver significa sia partorire che liberare N.d.T.]. No, l’obiettivo dell’evento Women Deliver è l’esatto opposto: consentire alle donne di evitare di avere bambini. Guardate bene le parole: quelle che mancano e quelle che abbondano smascherano il vero programma della conferenza e svelano i veri motivi dietro questi eventi ispirati da Hillary Clinton. Una ricerca di parole chiave smaschera la vera natura della conferenza Women Deliver. Questa è solo un’infarinatura di parole che vi dicono tutto quel che avete bisogno di sapere sulla conferenza.

Parola                                     Numero di volte in cui appare negli atti della conferenza

Salute riproduttiva                         100

Aborto                                             54

Ragazze                                          84

Moglie                                               0

Marito                                                0

Bambini                                             3

Gravidanza                                       7

Sotto la banale pubblicità dei diritti riproduttivi, il prossimo obiettivo è il pieno accesso a contraccettivi e servizi abortivi per giovani ragazze. Hanno già avuto successo negli Stati Uniti con la disponibilità senza restrizioni del Piano B [pillola del giorno dopo n.d.T.]. L’obiettivo della lobby abortista è di indottrinare e costringere scuole straniere, Paesi, ONG, a fornire servizi di “salute riproduttiva” (aborto e contraccezione) alle ragazze, in pratica alle minorenni. Parole bandite dal movimento abortista Non è una sorpresa che negli atti della conferenza non si parli di “moglie” o “marito”. Queste parole significano ruoli che sono così antiquati per la sinistra. Il matrimonio tradizionale tra marito e moglie è così inferiore tra le élites dell’aborto. Che sia bandito e condannato all’oblio. E com’è strano, e tuttavia così rivelatrice, che una conferenza chiamata Women Deliver  faccia scarsa menzione della parola più ovvia, “bambino”. Nel lessico abortista bambino è una non entità, quindi il bambino merita appena un accenno. Quella parola così preoccupante evoca fin troppe immagini complicate, come il bel bambino che nascerà, con il battito cardiaco, che si succhia il pollice nel grembo materno. C’è da chiedersi se la Johnson & Johnson, uno degli sponsor aziendali della conferenza fosse a conoscenza del fatto che gli organizzatori non condividevano esattamente il suo stesso entusiasmo per i bambini!!! Ma la gravidanza non è una caratteristica integrante della salute riproduttiva?? “gravidanza” e “bambino” sono parole evitate nel vocabolario ricco di sfumature del movimento abortista per la salute riproduttiva. L’intento inconfondibile è di eliminare i ruoli di moglie, bambino, gravidanza, destinati a porre un limite. L’obiettivo è di renderli rari.

Traduzione a cura di Gian Spagnoletti

Clicca qui per leggere l’articolo originale pubblicato da Catholicvote in lingua inglese

di ELIZABETH YORE

Festini

 

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