L’aborto indotto è la più grande causa di morte di esseri umani nel nostro tempo. Ne abbiamo parlato il primo dell’anno, e torniamo sull’argomento per evidenziarne l’assurdità. Nel 2018, gli esseri umani adulti hanno ucciso 41,9 milioni di esseri umani nella fase prenatale, secondo il sito web specializzato nelle statistiche mondiali Worldometers.info. Le altre principali cause di morte sono molto molto inferiori:
– 8,2 milioni di persone sono morte di cancro,
– 5 milioni sono morti per cause legate al tabacco
– 1,7 milioni sono morti per Aids, specialmente nei paesi molto poveri.
Worldometers basa le sue statistiche relative all’aborto su quelle dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Si suppone ragionevolmente che i dati possano essere di molto superiori perché né Oms né Worldmeters possono conteggiare gli aborti chimici o provocati da pillole ingerite privatamente. Secondo questi dati del 2018, per ogni 100 gravidanze, 23 si sono concluse con l’aborto indotto. Inoltre, l’aborto volontario provoca più morti di cancro, malaria, Aids, tabacco, abuso di alcool e incidenti stradali combinati. Non c’è nulla che uccida così tanti esseri umani in tutto il mondo.
Lo stadio prenatale per la vita della persona è il più pericoloso e rischioso, non a causa di malattie o disgrazie, ma perché si può essere uccisi prima di veder la luce. In quest’ottica, l’impegno per la difesa della vita del nascituro è, o dovrebbe essere, un impegno di tutti e non solo di cattolici o cristiani, ma ancor oggi stentano a prendere forma organizzazioni laiche che si impegnino a sconfiggere questa epidemia che colpisce l’umanità: l’aborto.
Luca Volontè