03/02/2014

L’alleanza islamica-cristiana alla Manif Pour Tous di Parigi

Anche per i musulmani di Francia i problemi di genere iniziano il 28 febbraio dello scorso anno. Quando la commissione degli Affari culturali e dell’educazione dell’Assemblea nazionale adotta l’emendamento alla legge Peillon presentato dalla deputata socialista Julie Sommaruga. Obiettivo: “Assicurare le condizioni per un’educazione all’uguaglianza di genere” nelle scuole francesi, a partire dalla materna. Il presidente della commissione le concede la parola, e lei rivendica: bisogna “decostruire gli stereotipi sessuali, al fine di sostituire a categorie come il sesso e le differenze sessuali, che afferiscono alla biologia, il concetto di genere, che al contrario mostra che le differenze tra uomini e donne non si fondano sulla natura, bensì sono storicamente costruite e socialmente riprodotte”.

Non si trattava di difendere l’uguaglianza fra uomini e donne, ma di asserire che non esiste alcuna differenza biologica: les garçons e les filles sono esattamente gli stessi, la natura è una questione di scelta e chi pensa il contrario è un reazionario. L’emendamento, adottato a marzo in prima lettura dall’Assemblea nazionale, è stato in seguito respinto al Senato, per le barricate innalzate da un gruppo di senatori Ump, sostenuti dall’Osservatorio della teoria del genere (fondato nel febbraio scorso dall’Union nationale inter-universitaire, Uni, organizzazione universitaria di destra), che hanno portato alla sostituzione della formula presente nel testo iniziale, “educazione all’uguaglianza di genere”, con quella di “educazione all’uguaglianza tra uomini e donne”. Nonostante la giovane età, in seguito al successo ottenuto con il ritiro dell’emendamento Sommaruga e grazie alle molteplici iniziative contro la rieducazione al gender a scuola, l’Osservatorio lanciato dall’Uni sta assumendo un ruolo sempre più forte nel dibattito politico-sociale francese. Per la “gauche divine” (copyright Finkielkraut), sono i nemici dell’uguaglianza tra uomini e donne, ma intanto contano più di 500.000 simpatizzanti, 1.500 corrispondenti negli edifici scolastici e numerose adesioni provenienti da associazioni e collettivi di matrice diversa.

Tra questi spicca il collettivo dei “Musulmans pour l’enfance”, creato a Décines, nei pressi di Lione, da un gruppo di cittadini francesi di religione islamica, per protestare contro il Mariage pour tous e difendere i diritti dei bambini, far sentire il loro dissenso contro le adozioni da parte delle coppie omosessuali consentite dalla legge Taubira, e contro l’insegnamento della teoria del genere nelle scuole previsto implicitamente dalla nuova legge sulla parità uomo-donna approvata martedì dall’Assemblea nazionale. Sfileranno anche loro, per la prima volta, nella Manif pour tous prevista per domani pomeriggio (ieri, n.d.r.) a Lione. Sono i musulmani che domenica scorsa si sono riversati in massa nelle strade di Parigi, in occasione della manifestazione antigovernativa “Jour de Colère”, e che oggi, come ha dichiarato Farida Belghoul, animatrice del movimento di boicottaggio dell’“Abcd dell’uguaglianza”, si stanno “alleando” con i cattolici per combattere le derive del matrimonio omosessuale e della teoria del genere.

E’ l’alleanza delle religioni contro l’ideologia dei nuovi laici di Francia che vogliono rieducare le masse, contro i Vincent Peillon (ministro dell’Educazione nazionale) e le Najat Vallaud-Belkacem (ministro dei Diritti delle donne) che ora lamentano la “strumentalizzazione dell’estrema destra negazionista” ai danni della loro rivoluzione politico-pedagogica nell’école de la République. Giovedì, Ahmet Ogras, vicepresidente del Consiglio francese del culto musulmano (Cfcm), ha dichiarato che Peillon avrebbe quanto meno potuto avere la gentilezza di consultarli. L’iniziativa di boicottaggio di Belghoul ha riscontrato un successo inatteso, costringendo Peillon a chiedere ai dirigenti scolastici di convocare i genitori insofferenti, per chiarirsi.

Domani (ieri, n.d.r.), alla Manif pour tous, la comunità musulmana si farà sentire.

Redazione Il Foglio

 

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