09/05/2019

L’autista Uber licenziato perché pro life

Se sei un autista non puoi essere contro l’aborto. Ecco l’ultima notizia dal mondo dei “diritti per tutti” ma che a quanto pare, in realtà, sono solo per alcuni. Eh sì, perché la libertà di pensiero e di parola a quanto pare è garantita solo a chi insegue i diktat del pensiero unico, tutti gli altri… licenziati e denunciati come il protagonista di questa triste storia.

Infatti, in questi giorni, a New York sta infuriando un’incredibile polemica che sta facendo il giro del mondo, grazie al portale britannico Yahoo Style che l’ha riportata e, a quanto pare, ha tutto l’interesse a darle risonanza. Stiamo parlando del caso di un autista Uber che è stato prontamente licenziato per essersi rifiutato di portare una passeggera ad abortire.

La ragazza, una giovane universitaria, ha affermato di «non essere nelle condizioni di prendersi cura di un bambino» e di aver fermato il conducente subito dopo essere uscita da una clinica di Planned Parenthood dove non aveva potuto più abortire per mancanza di appuntamenti disponibili. Così aveva pensato di chiamare un’auto Uber per farsi portare in un’altra clinica, ma durante il tragitto, con sua grande sorpresa, nonostante non avesse svelato le sue intenzioni, l’autista le aveva chiesto se stesse andando ad abortire. Di fronte al suo silenzio, le ha spiegato quanto fosse grande l’errore che stava per compiere, di cui si sarebbe pentita per il resto della sua vita, mettendola anche in guardia dal fatto che ci sono molte cose terribili legate all’aborto di cui le donne che vi ricorrono, non vengono informate. Si è poi fermato chiarendo che non l’avrebbe portata in clinica ma che, se avesse voluto, l’avrebbe riportata a casa.

La ragazza, come racconta sul suo account Reddit, avrebbe poi chiamato il suo fidanzato, che ha informato la clinica che sarebbe arrivata in ritardo, dopodiché avrebbe preso un taxi e si sarebbe diretta a portare a compimento il suo proposito. «Sono uscita dall’auto e ho iniziato subito a piangere», ha scritto la studentessa, «ho chiamato tre volte i miei genitori, ma non mi hanno risposto. Allora ho chiamato il mio ragazzo, che ha risposto subito. Mi ha calmata e mi ha detto di avvisare la clinica di quello che stava succedendo, e di chiamare qualche compagnia di taxi locale».

Ovviamente la Uber non ha perso tempo e ha annunciato immediatamente il licenziamento dell’autista informando persino la polizia dell’incidente. Adesso varie compagnie di avvocati, un po’ come uno sciame di avvoltoi, hanno contattato la ragazza per intraprendere un’azione legale contro l’ex autista. Insomma chi osa affermare la verità, e per di più su una procedura cruenta come l’aborto, informando chi vi sta facendo ricorso, nel suo stesso interesse, sulle conseguenze psicologiche disastrose che esso comporta, merita solo ed esclusivamente il licenziamento e il pubblico linciaggio. W la libertà!

Manuela Antonacci

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