22/04/2016

L’ideologia LGBT vuole imporsi in tutto il continente americano

Che l’ideologia delle associazioni LGBT faccia ormai parte delle politiche e delle strategie degli organismi internazionali è un dato di fatto noto.

La prospettiva “gender”, ad esempio, è al centro delle attenzioni dei Paesi delle Americhe. Basti pensare che dal 2014 è stata istituita la figura del relatore LGBT presso il Segretariato esecutivo della Commissione per i diritti umani dell’Organizzazione degli Stati Americani (OEA). Tra i suoi compiti, la promozione dei diritti umani delle persone LGBT.

La stessa Commissione la settimana scorsa ha dato il via ad un “dialogo” sulle buone pratiche in materia di diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali in America. Tuttavia, solo dodici Paesi hanno inviato i propri rappresentanti all’assemblea tenutasi a Washington il 13 aprile.

Il relatore principale, Francisco Eguiguren, ha presentato un progetto per l’elaborazione di un Codice di condotta in materia rivolto a governi, parlamenti, giudici e polizia. Tramite Actuall, siamo riusciti a leggere il documento. In pratica, tutti devono obbedire ai diktat della lobby omosessualista.

Tra le varie raccomandazioni, il relatore ha proposto di privilegiare i gruppi LGBT come portatori di diritti esclusivi. Per far ciò, ad esempio, sarebbe bene tener presenti, in tutte le leggi e politiche pubbliche, la lotta alla discriminazione; consultarsi sempre con le organizzazioni LGBT nella fase legislativa, in modo da garantire che le norme si adattino alla prospettiva gender; approvare programmi educativi particolarmente sensibili alla diversità di genere; tenere sotto controllo quei medici ed operatori sanitari che aiutano le persone ad uscire dall’omosessualità (la libertà in questo caso non è tollerata dalla lobby gay!).

Il progetto vorrebbe anche prevenire il cosiddetto “discorso di odio” (l’inglese “hate speech”), concetto inventato dall’ideologia arcobaleno. Si vuole pertanto che i governi della regione americana combattano gli stereotipi negativi e la discriminazione verso le persone LGBT (ovvio che pure dirsi contrari al cosiddetto matrimonio gay sarebbe un incitamento all’odio...). In pratica, questo significa monitorare tutto quanto viene detto e pubblicato, eliminando ciò che non non risulta allineato alla teoria gender. Detto in parole povere, si tratta di censura.

Non solo. Come se tutto ciò non bastasse, Stati Uniti e Brasile hanno proposto l’aggiunta di una sezione su Zika. Nonostante la scienza non abbia provato alcunché, la diffusione del virus è utilizzata dai gruppi di pressione femministi e dall’industria dell’aborto come pretesto per promuovere politiche abortiste in America Latina.

Insomma, siamo di fronte all’ennesima dimostrazione che la dittatura arcobaleno veicola la cultura della morte e avanza sempre più.

Federico Catani


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