19/10/2017

L’On. Gigli scrive ad Avvenire sulla medicina di genere

Rilanciamo, in forma ridotta, una Lettera aperta pubblicata su Avvenire giovedì 19 ottobre, a firma dell’On. Gian Luigi Gigli.

Il tema trattato è quello della medicina di “genere”, una branca della medicina che ha cominciato a svilupparsi da una decina di anni nel mondo anglosassone e che ha come focus il dato di realtà per cui uomini e donne sono differenti anche nel campo della salute.

Questa consapevolezza della medicina di genere è importante, perché permette ai medici di calibrare meglio le cure e di ottenere quindi maggiori risultati in termini di salute e di mantenimento. Eppure c’è chi, nel nostro Governo, si è appropriato di questa visione in chiave pro-gender... 

(Redazione)

Medicina di genere sì, trappole gender no

Caro direttore,

sul sito web della International Society for Gender Medicine, la medicina di genere è definita come un «modo nuovo di guardare alle differenze fisiologiche e patofisiologiche tra uomini e donne». [...] Viene così superata un’impostazione della medicina durata per secoli, nella quale l’interesse per la salute femminile era tradizionalmente limitato alla sola sfera riproduttiva, senza tener conto che, tanto per rimanere alla riproduzione, il ciclo mestruale, la gravidanza e la menopausa condizionano, in modo diverso nelle donne rispetto agli uomini, molteplici altre funzioni oltre che le espressioni di altre malattie e l’efficacia stessa delle terapie. Uomini e donne, infatti, benché soggetti alle stesse patologie, le presentano spesso con differenti sintomi, decorso, progressione e risposta ai farmaci.

[...] È positivo pertanto che la Camera dei Deputati, nell’esaminare in XII Commissione il disegno di legge sulle professioni sanitarie del ministro Beatrice Lorenzin, abbia introdotto un intero nuovo articolo riferito alla medicina di genere, approvando un emendamento targato Pd. Purtroppo, però, questa materia, di per sé totalmente condivisibile, sia stata sfruttata per introdurre surrettiziamente, anche in ambito medico, un argomento molto più discutibile e divisivo, quello del ‘gender’, inteso come variabilità e soggettività delle differenze sessuali. Il trabocchetto, in cui sono caduti in parecchi, è stato congegnato specificando per ben otto volte nel testo, che la medicina di genere e gli interventi per realizzarla nel sistema sanitario italiano si riferiscono alle differenze «di sesso e di genere». Grazie a questa reiterata e non innocente specificazione, il genere è diventato qualcosa di diverso dal sesso biologico, esattamente come vorrebbe la teoria gender.

Due annotazioni per finire. La prima è che l’emendamento è stato approvato in Commissione con il parere favorevole del Governo. La seconda è che esso prevede anche «la sensibilizzazione delle riviste scientifiche ai fini dell’accreditamento di pubblicazioni attente ai determinanti sesso e genere». In altre parole, nelle intenzioni dei firmatari, il Ministero della Salute dovrebbe esercitare pressioni sulle riviste scientifiche affinché nel processo di valutazione degli articoli a esse sottoposte, offrano un canale preferenziale per la pubblicazione di quelli attenti ai determinanti di genere (da leggersi, ovviamente, come ‘gender’). Una mentalità, questa, molto poco scientifica e degna, più che di un Ministero della Salute di un Ministero della Propaganda o, come in un non fausto passato, di un Ministero della Cultura Popolare. Roba da MinCulPop insomma, che faremo di tutto perché possa essere corretta durante l’esame da parte dell’Aula.

Gian Luca Gigli

Deputato di Democrazia Solidale e presidente del Movimento per la Vita Italiano

Fonte: Avvenire


AGISCI ANCHE TU! FIRMA LE NOSTRE PETIZIONI

NO all’eutanasia! NO alle DAT!

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.