10/07/2019

Manifestazione del gruppo abortista Naral. Guardate chi batte le mani!

Tanto triste e amara è la realtà dell’aborto, che la mente umana non può mai accoglierla serenamente. Ecco perché, come sin dall’antichità si è fatto nei confronti della morte, oggi pare che vi siano modi nuovi per esorcizzare la durezza dell’esperienza abortiva. Come? Rendendola un qualcosa da celebrare.

È quanto stava accadendo nella manifestazione organizzata dal gruppo abortista Naral, durante la quale una donna aveva raccontato il suo aborto, descrivendolo come una necessità e criticando quei legislatori pro life che riducono i margini di legalità dell’aborto. Leggiamo la storia su Life News.

E così, tra i tanti applausi di approvazione, batteva le mani anche Kamala Harris, candidata democratica alla presidenza dell’Iowa, la quale ha colto l’occasione per proseguire la sua campagna elettorale, prendendo la parola e manifestando la sua stima per la decisione di abortire della donna: «Ammiro il tuo coraggio di parlare […] per raccontare la tua che è una storia molto personale ed è una storia che molte donne in America possono raccontare».

Poi giunge alle promesse, affermando che combattere le «cattive leggi» (che difendono i nascituri e le mamme) sia «una questione fondamentale della giustizia». Il tutto dovrebbe apparirci davvero surreale. Ogni donna che ha abortito porta con sé una profonda ferita, proprio a causa dell’aborto. E invece di ascoltarla e cercare di aiutarla, si continua a mentirle, presentando l’aborto come una scelta coraggiosa e che merita di essere celebrata. Ma gli applausi e l’ammirazione non fanno altro che distrarre dalla realtà.

Perché con l’aborto “su richiesta”, come vorrebbe la Harris, non si risolve niente. È per il bene della donna, forse, non informarla sui rischi che corre la sua salute fisica e psichica a causa dell’aborto volontario? È per il suo bene non dirle che ciò che ha in grembo è un bambino? È per il suo bene non offrirle alcuna alternativa?

Queste campagne a favore dell’aborto vogliono mostrare che le difficoltà delle donne sono solo quelle ad avere l’accesso libero all’aborto, come se fosse quello a garantire loro una “vera” libertà. Se invece mostrassero cosa è realmente un aborto e a quali traumi può andare incontro una donna che volontariamente abortisce, solo allora direbbero qualcosa di vero. Non è mentendo loro che le possono aiutare.

Luca Scalise

Fonte: Life News

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.