06/10/2017

Mese della prevenzione del cancro al seno: e il Link ABC?

Ottobre: campagna nastro rosa per la prevenzione del cancro al seno. 

E’ quanto mai opportuno leggere questo post.

Il professor Joel Brind, uno dei massimi studiosi del Link ABC (Abortion Breast Cancer), cioè del legame che c’è tra l’aborto e il cancro al seno, ha scritto un articolo in risposta a un’abortista, l’irlandese Naomi Elster, che ha scritto: «È tempo di parlare della pseudoscienza che corrompe il dibattito sull’aborto» 

Brind si dichiara perfettamente d’accordo: ma quale è la pseudoscienza?

La Elster sostiene che avere un aborto non aumenta il rischio di cancro al seno.

Ma l’unica evidenza scientifica che la Elster citi è “un’analisi enorme di più di 50 studi distinti di ricerca con un totale di 83.000 pazienti affetti da cancro al seno e sopravvissute” che secondo lei non ha dato alcuna prova del link aborto – cancro mammario.

Si tratta del lavoro di  Valerie Beral et al. che siccome viene dall’università di Oxford ed è stato pubblicato su Lancet , “deve” essere vero. Di fronte a tale preconcetto, Brind sfida i Lettori ad usare il buon senso e la ragione.

Lo studio della Beral è del 2004 – 13 anni fa. Nel frattempo l’aborto ha mietuto centinaia di milioni di vittime nel mondo, soprattutto in Cina e nell’Asia meridionale. E il cancro al seno richiede all’incirca 20 anni per mostrarsi dopo un evento che poteva scatenarlo, come l’aborto.

Nel 2008, un gruppo di scienziati di alto profilo ha scritto sul prestigioso Journal of National Cancer Institute : “La Cina è all’acme di una epidemia di cancro al seno“. È interessante notare che non hanno affatto menzionato l’aborto.

Ma nel 2013, un gruppo di ricerca cinese guidato dal dottor Yubei Huang ha pubblicato una meta-analisi [1] di 36 recenti studi in Cina. Il team ha documentato un aumento del 44% del rischio di cancro al seno tra le donne cui hanno procurato l’aborto [spesso forzato, ndR] una o due volte; rischio che aumenta dell‘89% se l’aborto è ripetuto 3 o più volte.

Il rischio medio di cancro documentato da Brind e colleghi in una meta analisi del 1996 era del 30%. Dallo studio cinese, inoltre, si evince che il rischio di cancro è minore se la donna abortisce dopo aver avuto un figlio: i seni di una donna sono più vulnerabili alle influenze che causano il cancro prima che abbia il suo primo figlio.

Ora, l’Istituto per la prevenzione del cancro al seno di Brind sta per pubblicare una meta-analisi di studi condotti sulle donne dell’Asia meridionale (India, Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka): nei 20 studi pubblicati che riguardano il collegamento ABC – tutti nell’ambito dell’ultimo decennio – l’aumento medio del rischio per il cancro al seno è del 150%! Con un tasso di mortalità per cancro che in Asia è di circa il 50% (rispetto a circa il 20% in Occidente), significa che milioni di donne possono morire di cancro al seno nei prossimi decenni: non meritano “il consenso informato”? Non sono “femminicidi anche questi”? Non bisogna tutelare la loro “salute sessuale e riproduttiva”?

Redazione

Fonte: Life News


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