07/05/2016

Famiglia: fallito il primo tentativo di affossare Mum, Dad & Kids

La famiglia subisce continuamente l’attacco delle lobby omosessualiste. Oggi è sempre più rischioso difendere il matrimonio tra uomo e donna: si viene subito accusati di discriminazione delle minoranze...

Tuttavia, nonostante lo strapotere totalitario dell’associazionismo LGBT, a volte capita anche di vincere qualche battaglia (la guerra, invece, è pienamente in corso...).

E così accade ad esempio che il primo tentativo di bloccare la petizione dei cittadini europei Mum, Dad & Kids per definire univocamente la famiglia e il matrimonio in tutti i Paesi membri dell’Unione europea è fallito.

L’International Lesbian, Gay, (Bisexual, Trans and Intersex) Association (ILGA) ha fatto ricorso alla Corte di Giustizia dell’UE contro la decisione della Commissione europea di registrare la raccolta firme avviata da Mum, Dad & Kids. Per i dittatori arcobaleno è infatti inaccettabile considerare legittimo chiamare i cittadini a sottoscrivere quel che dovrebbe essere ovvio in una società normale (ne abbiamo già parlato). Le regole democratiche, si sa, valgono solo quando fanno comodo...

Come riferisce AgendaEurope, però, la Corte ha rigettato il ricorso della ILGA come “manifestamente inammissibile”.

In altre parole, mentre è possibile discutere sul rifiuto di una iniziativa popolare, non è invece possibile farlo nel caso in cui venga riconosciuta e registrata.

Implicitamente la decisione della Corte di Giustizia conferma che la proposta di definire il matrimonio (solo) come una unione tra un uomo e una donna e di conseguenza la famiglia come basata sul matrimonio, è pienamente compatibile con i valori fondamentali dell’UE.

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Per il momento famiglia 1, lobby gay 0

Dietro al ricorso, ufficialmente presentato a nome di un... anonimo (identificato con un non meglio precisato “MV”), pare ci sia l’affiliata italiana dell’ILGA, “Certi Diritti”.

Il bello è che l’anonimo in questione ha chiesto assistenza legale. Non si può però far finta di non sapere che “Certi Diritti”, così come “ILGA Europa”, sono potenti gruppi di pressione, con grandi finanziatori alle spalle. Evidentemente, la lobby gay non si fa problemi a mettere in moto procedure giudiziarie inutili a spese dei contribuenti. Ma è possibile accettare che le nostre tasse servano ad aiutare chi vorrebbe imporci la dittatura del pensiero unico imbavagliandoci la bocca e mettendoci in galera?

Redazione


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