26/03/2014

Non mi hai buttato via... grazie, mamma!

L’americana Katheryn Deprill venne abbandonata in un fast food dalla madre un’ora dopo il parto. Oggi, a 27 anni, la cerca su Facebook: «Voglio conoscerla e dirle che le sono grata per avermi permesso di vivere»

“Sto cercando la mia mamma biologica. Mi ha dato alla luce il 15 settembre 1986 e mi ha abbandonata un’ora dopo nel bagno del Burger King di Allentown, in Pennsylvania. Vi prego, aiutatemi a trovarla condividendo il mio post. Forse lei lo vedrà”. Katheryn Deprill ha usato una pagina di Facebook per tentare di rintracciare la donna, pare all’epoca giovanissima, che la lasciò a un’ora dal parto in una toilette. Non ci sono astio, rancore, sete di vendetta dietro questo appello, ma soltanto curiosità, voglia di riappropriarsi di un bene importante, di provare a costruire un rapporto di affetto con la madre mai conosciuta.

Katheryn lancia il suo appello con il sorriso di chi avrebbe solo tanto desiderio di riabbracciare, di riaccogliere nella propria vita colei che, questa vita, le ha donato. Vorrebbe capire che donna è e farle vedere che donna lei ora è diventata. Ma soprattutto ci tiene a dirle grazie. Avete capito bene: grazie per non averla buttata via, per non aver scelto di abortire e farla finita così. Grazie per averle dato l’opportunità di vivere, avvolgendola in una camicia bianca, con ancora con il cordone ombelicale attaccato, e lasciandola in un posto dove tanta gente passa ogni giorno. Nella certezza che qualcuno presto si sarebbe accorto del vagito di una neonata.

Sembra quasi di ascoltarla, Katheryn.

“Grazie se sono qui. Grazie per aver pensato a me, in quel momento drammatico e avermi permesso di restare aggrappata ai primi istanti della mia esistenza.”

Pare fosse una ventenne questa madre che, con il cuore in gola, si liberò del fardello ancora sanguinante e scappò a bordo di un’auto. Ventisette anni fa questa storia fece molto parlare e fu seguitissima. Katheryn, in seguito, è stata adottata dalla famiglia Hollis, che si è presa cura di lei trattandola al pari dei figli naturali.

Era stata ribattezzata “Burger King baby”, ma lei lo scoprì solo a 12 anni. Oggi è sposata e ha tre bambini, lavora come tecnico in un laboratorio medico. Ed è felice. Lo si vede anche dallo sguardo che ha postato su Facebook: occhi chiari, limpidi, dolci.

Tantissime persone hanno visitato la sua pagina e l’hanno condivisa. In oltre 20 mila hanno dato il loro supporto virtuale alla Deprill. «Quando ero bambina non capivo quali cose terribili avevo fatto per essere lasciata lì», ha raccontato Katheryn al giornale Morning Call. Poi ha aggiunto di voler sapere se ha fratelli, sorelle, e se magari le somigliano. Ci terrebbe molto a far sapere anche a loro che lei ora sta bene. È passato molto tempo, 27 anni sono un’eternità. Probabilmente, quella ragazzina che la lasciò in preda a sensi di colpa e angosce di cui non sappiamo niente, avrà a sua volta un profilo Facebook, magari sarà animata dalla curiosità e chissà quante volte avrà “navigato” in Rete per avere notizie della sua bambina. Potrebbe avere i contorni di un miracolo se le due si incontrassero sul Web. Ai tempi di Internet tutto può accadere.

Fonte: Associazione La Torre

 

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