23/06/2019

Non vietare l’uguaglianza: favorisci l’aborto!

Pensavo di aver visto tutto nella mia vita: mai avrei immaginato di poter leggere una paginata sul New York Times del 10 giugno, ripresa dai più importanti quotidiani Usa, in cui i managers di importantissime imprese e multinazionali dichiarassero che l’«aborto è necessario per aver un business di successo».

L’idea di mettere per iscritto le proprie convinzioni è certamente positiva, ora tutti sanno, almeno negli Usa, che ci sono managers di grandi imprese convinti, lo semplifichiamo, che ‘meno siamo e meno persone nascono, più soldi facciamo, più l’oligopolio  si accresce’. Nulla di nuovo, per amor del Cielo, ma sarete d’accordo con me che questo manifesto mefistofelico del XXI secolo è così spudorato da lasciare senza parole: «Quando tutti possono aver successo, le nostre aziende, le nostre comunità e la nostra economia sono migliori», dicono i dirigenti nella lettera pubblicata su un sito web lanciato di recente e intitolato Non vietare l’uguaglianza. «Limitare l’accesso a servizi riproduttivi completi, incluso l’aborto, minaccia la salute, l’indipendenza e la stabilità economica dei nostri dipendenti e clienti», hanno aggiunto.

In poche parole, va contro i nostri valori e fa male agli affari. «Ciò compromette la nostra capacità di costruire reti diversificate e inclusive della forza lavoro, reclutare i migliori talenti in tutti gli Stati e proteggere il benessere di tutte le persone che mantengono vivi e ininterrotti i nostri affari». La lobby per l’aborto, guidata da Planned Parenthood, Naral e Aclu, ha promosso questa coalizione di dirigenti d’impresa perché protestassero a fronte delle nuove legislazioni di alcuni Stati che, pur non abolendo l’aborto, ne limitano la portata ‘omicida’.

Per ‘non vietare l’uguaglianza’ sarebbe necessario permettere a tutti di nascere e fornire alle madri e ai neonati tutta l’assistenza e cure necessarie (prima, durante e dopo la nascita). Permettere l’uguaglianza in base all’aborto, significa solo mettere nelle mani dei forti la decisione di scegliere chi, quando e come deve nascere e morire. Non è uguaglianza, è tirannia. C’è un unico modello o sistema al mondo che permette ai forti di controllare la vita e la morte dei deboli, oltre alla distorsioni democratiche, è la tirannia o la plutocrazia oligopolistica. Affermare che la nascita di futuri cittadini possa creare problemi ai propri affari dimostra due cose: non si è dei buoni managers perché si temono sfide competitive di lungo periodo; non si confida nel mercato libero e nella crescita dei consumi e delle idee.

Questi grandi managers inoltre dichiarano di «opporsi a politiche che ostacolano la salute, l’indipendenza e la capacità delle persone di avere pieno successo sul posto di lavoro». Ma questi liberali sostengono anche l'”indipendenza” di un lavoratore quando chiede ad esempio più flessibilità o congedi parentali per la cura dei propri figli? Che dire del rispetto che questi signori hanno per la “;indipendenza” dei proprietari di piccole imprese, dei piccoli artigiani, commercianti? Lasciamo perdere per favore.

Luca Volontè

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