11/04/2016

Obiezione di coscienza e "dittatura libertaria" in Mississipi

Il Governatore del Mississippi, Phil Bryant, ha promulgato una legge che garantisce il diritto all’obiezione di coscienza, e quindi la libertà religiosa, di coloro che non riconoscono il “matrimonio” gay e non vogliono partecipare a celebrazione e festeggiamenti connessi.

La legge si intitola Protecting Freedom of Conscience from Government Discrimination Act (legge per la protezione della libertà di coscienza dalle discriminazioni governative).

Pochi giorni prima, era stata approvata un’altra legge del Mississippi che merita d’essere segnalata: una legge che vieta l’aborto per smembramento (tecnica crudele con cui si pratica l’aborto a gravidanza avanzata). Anche questo è uno di quei tanti, piccoli-grandi, passi avanti in favore della Vita che negli USA di tanto in tanto ci fanno sperare che a questo mondo possa tornare un po’ di giustizia e di rispetto e per i piccoli egli indifesi.

Quanto ai diritti inviolabili dell’uomo, la norma da ultimo promulgata garantisce il diritto all’obiezione di coscienza per tutta una serie di soggetti ed enti che non desiderano essere

Governor_Phil_Bryant_ obiezione di coscienza
Il Governatore Phil Bryant

coinvolti nella celebrazione dei matrimoni gay. Per esempio:

  • Le organizzazioni religiose non possono essere costrette a utilizzare le loro strutture per festeggiare o celebrare matrimoni che esse non riconoscono come tali;
  • Le organizzazioni religiose, le università e organizzazioni che dispensano servizi sociali possono continuare a tenere il personale, le politiche abitative e i programmi in materia di aborto, educazione sessuale, orientamento sessuale, ecc., che riflettono le loro credenze;
  • Le agenzie per l’adozione tenute da religiosi possono continuare a operare secondo le loro convinzioni e quindi possono rifiutare di affidare i bambini alle coppie non sposate, ai single o agli omosessuali;
  • Pasticceri, fotografi e fiorai e comunque coloro che servono l’allestimento dei matrimoni possono rifiutarsi di servire coppie omosessuali;
  • I dipendenti statali non possono essere licenziati o perseguiti per aver espresso le loro opinioni sul matrimonio; possono inoltre scegliere di non redigere e firmare licenze matrimoniali per coppie gay (fintantoché ciò non ritardi o impedisca la celebrazione);
  • Medici, paramedici e assistenti sociali non possono essere obbligati a partecipare all’iter di cambiamento del sesso, fermo restando la garanzia per chiunque alle cure di emergenza e al diritto alla visita degli ammalati.
  • Le imprese private e le scuole, e non i burocrati, decideranno come organizzare bagni e spogliatoi nelle loro strutture.

Questi soggetti, in questi contesti, ha detto Bryant, vanno protetti da leggi e provvedimenti governativi punitivi che li costringano a compiere atti contrari alle proprie credenze morali e religiose. Evitare l’interferenza del governo nella vita privata della gente non toglie diritti a nessuno e non impedisce la celebrazione dei matrimoni gay legittimata dalla Corte Suprema.

L’ Act firmato da Bryant dovrebbe dare coraggio ad altri Governatori di altri Stati federati, e ai sostenitori dell’approvazione dell’ Atto a difesa del Primo Emendamento presentato al Congresso, che rispecchia analoghe posizioni.

Le minacce di boicottaggio e di “delocalizzazione”delle grandi imprese, dei cineasti di Hollywood, e degli enti sportivi, infatti, hanno fatto desistere altri governi locali  (come la Georgia e il West Virginia) dal varare norme analoghe. Non hanno, invece, piegato la gente del Mississippi che ha dimostrato tutto l’appoggio necessario al Governatore Bryant: il buon senso non  si è sottomesso al “bullismo”  amministrativo fomentato dalle lobby LGBT.

Chissà se anche qui da noi prevarrà il buon senso e il diritto alla libertà di opinione e di religione, come in Mississippi. Molti dei nostri Sindaci hanno sollevato il problema dell’obiezione di coscienza alla celebrazione del matrimonio gay, sollevata in occasione della discussione alla Camera del ddl Cirinnà.

Considerando la scarsa attitudine democratica dimostrata in più occasioni dal Governo e dalla Pubblica Amministrazione italiana, il dubbio è più che legittimo.

Fonte: The Daily Signal

Redazione

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