23/12/2014

ONU di morte

Molte agenzie dell’ONU, come l’UNICEF, perseguono politiche “pro morte”, con buona pace della mentalità corrente che considera buono e giusto tutto ciò che promana dal Palazzo di Vetro.

Recentemente abbiamo dato notizia della vergognosa promozione di matrimoni e adozioni gay da parte dell’Unicef. Ma la deriva mortifera è vecchia di decenni. Proponiamo ai nostri lettori questo articolo pubblicato sul mensile Notizie Pro Vita, che meritava di essere letto e merita di non essere dimenticato.

Ti guardano stupiti, non appena li inviti a non acquistare i deliziosi cartoncini che da sempre l’UNICEF mette in vendita dappertutto. “Ma il ricavato va per l’aiuto ai bambini!”. E allora spieghi che per l’UNICEF, una delle tante agenzie ONU, i bambini che contano sono quelli già nati. Per quelli che ancora devono nascere l’Unicef, come l’UNPFA, L’OMS, L’UNAIDS, assieme ad una pletora di ONG, è perfettamente allineata alle politiche ONU che perseguono l’obiettivo del contenimento della popolazione mondiale con immense profusioni di capitali e di forze, a ogni livello, politico, culturale, economico.

Nata alla fine della seconda guerra mondiale, per la promozione della pace, della cooperazione fra i popoli e dei diritti umani, nell’ONU, ben presto, si sono infiltrati potenti organismi quali l’International Planned Parenthood Federation, il Population Council, le fondazioni Ford e Rockfeller, la National Organization for Women, e diviene il crogiolo in cui si fondono il neo malthusianesimo, con il suo eterno allarme per la crescita della popolazione, l’eugenismo, già diffuso e praticato nei Paesi anglosassoni e nel nord Europa ben prima di Hitler, l’ecologismo e infine anche il femminismo: filoni culturali di matrice illuministica. Tolto Dio dall’orizzonte, l’uomo, da signore del Creato, diventa o il cancro del Pianeta, o il severo custode dell’Ambiente, nuovo dio cui bisogna sacrificare anche l’umanità. Specialmente quella porzione più povera e più numerosa che, se raggiungesse i livelli di qualità della vita dei Paesi ricchi, inquinerebbe a dismisura e depaupererebbe la terra.

Perciò ai Paesi meno sviluppati gli aiuti sono concessi in proporzione alle politiche di contenimento della popolazione da essi messe in atto, con aborto, contraccezione e sterilizzazione. Se gli anni ’60 sono stati lo scenario che ha dato il via alla messa a punto e alla sperimentazione su scala mondiale della contraccezione chimica e della legalizzazione dell’aborto, sono le grandi Conferenze Internazionali sul clima, sullo sviluppo e la popolazione, sulla donna, le occasioni in cui le strategie pro morte sono discusse, approvate e capillarmente diffuse su tutta la terra. Veicolo imprescindibile per tale diffusione è un linguaggio manipolatorio. Emblematica la locuzione “salute riproduttiva”, consacrata dalla Conferenza internazionale del Cairo del 1994, che può sì richiamare alla mente tutto quell’insieme di profilassi e terapie che riguardano la donna nell’ambito della maternità, ma che significa innanzi tutto diritto a contraccezione e ad aborto sicuro. Allo stesso modo fa riflettere la definizione data dall’OMS di “salute”, intesa non più come assenza di malattie, ma come stato completo di benessere fisico psicologico e sociale, legittimando così quella “medicina dei desideri” che genera il diritto all’aborto, quando non si vuole il figlio, il diritto al figlio e alla fivet, quando il figlio non arriva, il diritto al sesso che deve adeguarsi al genere che culturalmente e socialmente si decide di scegliere.

Ai diritti naturali, sanciti dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo del ‘48, oggi l’ONU affianca questi nuovi “desideri-diritti” i quali, però, in modo surrettizio li sostituiscono fino a cancellarli.

Marisa Orecchia

Tratto da NotizieProVita n.13 – Marzo 2013 – Pag. 8

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.