26/06/2019

Orrore negli USA: bambini abortiti vivi per ottenerne gli organi

Non aborti ma veri e propri infanticidi, con lo scopo di prelevare organi. L’agghiacciante notizia è stata diffusa da Life News, il cui inviato avrebbe raccolto in incognito l’ammissione di coinvolgimento di alcuni dirigenti di Planned Parenthood, nella distribuzione degli organi di bambini abortiti.

Secondo quanto riferisce il webmagazine statunitense, la macabra procedura sarebbe stata elaborata da Jörg C. Gerlach, chirurgo sperimentale dell’Università di Pittsburgh. Gli aborti da lui praticati sono tardivi (18-22), onde poter ottenere fegati e altri organi sufficientemente sviluppati, per poi utilizzarli nei trapianti sperimentali di cellule staminali. «Gli aborti associati al nostro protocollo sono stati eseguiti per induzione medica di routine; il parto è stato indotto dalla somministrazione locale di prostaglandine», ha dichiarato il dottor Gerlach. «Poiché abbiamo ottenuto il tessuto dagli addominali intatti e rimosso i fegati chirurgicamente in condizioni cGMP, il tessuto potrebbe essere ottenuto in modo sterile».

Il protocollo per le linee guida cGMP, sviluppate dalla Food and Drug Administration americana esigono organi sterili, affinché il trapianto dei tessuti sia efficace. Ciò implica che i feti vadano abortiti senza essere smembrati e senza che gli organi siano contaminati da agenti patogeni esterni.

«I feti sono stati raccolti e trasferiti nell’attuale impianto di buona pratica di fabbricazione (cGMP) per il trattamento delle cellule umane», ha spiegato con clinica freddezza il dottor Gerlach. «I campioni sono stati collocati in sacchetti sterili contenenti la soluzione di conservazione epatica dell’Università del Wisconsin, e ogni campione è stato trasportato nel ghiaccio subito dopo l’aborto per ridurre al minimo il tempo di trasferimento fino all’isolamento cellulare».

Ogni feto, abortito dopo induzione al parto, viene quindi immerso nel suo sacco, dove verosimilmente ne avviene la morte, poi viene estratto e smembrato per sezionarne gli organi richiesti.

Le pubblicazioni affermano che generalmente queste procedure di vivisezione e infanticidio si svolgono in un laboratorio in Sicilia, di proprietà e dell’Università di Pittsburgh Medical Center e da essa gestito, tuttavia sembra che almeno una parte di questo scempio sia stato praticato a Pittsburgh. Nelle documentazioni per la raccolta del fegato, di cui Gerlach è stato co-autore nel 2012, 2015 e 2019, vengono ringraziti i suoi colleghi del dipartimento di Pittsburgh OB/GYN, per aver fornito fegati fetali “completi” da bambini abortiti a cinque mesi.

L’autore dell’articolo, David Daleiden, riferisce anche che, quando nel 2014 incontrò sotto copertura gli esecutori degli aborti, costoro gli dissero che il prelievo di organi e tessuti fetali faceva parte del loro programma di aborto all’Università, e che loro stessi erano desiderosi di implementarlo nella loro pratica a Planned Parenthood.

Gli esperimenti di Gerlach potrebbero avere conseguenze legali molto serie, avendo essi ricevuto almeno 2 milioni di dollari di sovvenzioni dal National Institute of Health (branca dell’Health and Human Service) dal 2011, quindi lo sfruttamento di feti abortiti avrebbe violato la legge federale che consente all’Hhs di finanziare la ricerca sui tessuti fetali ma vieta qualsiasi coinvolgimento nella sperimentazione su feto vivo, tranne nel caso in cui si voglia salvare la vita del bambino.

Luca Marcolivio

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