15/01/2019

Papa Francesco sostiene la Marcia per la Vita di Parigi

Alla Marcia per la Vita di Parigi, in calendario per il prossimo 20 gennaio, ormai manca davvero poco ed è facile prevedere che quest’edizione dell’evento possa eguagliare se non superare la partecipazione degli ultimi anni. Un’aspettativa che è lecito avere dopo che si è diffusa la notizia del convinto appoggio alla manifestazione da parte di papa Francesco. Infatti, mentre L’Osservatore Romano ha invitato i cattolici di Washington a unirsi per la grande manifestazione pro-life statunitenseil Santo Padre non ha fatto mancare le sue parole di incoraggiamento, scrivendo al nunzio apostolico Luigi Ventura: «Tutto il male operato nel mondo si riassume in questo: il disprezzo per la vita». Una frase che è anche un chiaro richiamo alle parole pronunciate durante l’Udienza generale dello scorso 10 ottobre.

Gli organizzatori della manifestazione francese – che in questa edizione avrà come tema centrale l’appoggio all’obiezione di coscienza dei medici – hanno anche rivelato che «il Sovrano Pontefice incoraggia i partecipanti a “testimoniare i valori inalienabili della dignità umana e della vita”». Che il supporto di papa Francesco alla grande marcia francese non sia qualcosa di meramente formale, è supportato da tutta una serie di precedenti, che vanno dai tweet di benedizione alle precedenti marce per la vita italiane e di Washington, fino a quanto pronunciato – come si ricordava poc’anzi – lo scorso 10 ottobre, in un’udienza generale che neppure i grandi media hanno potuto ignorare.

In quell’occasione, infatti, il pontefice argentino ebbe ad affermare: «Io vi domando: è giusto fare fuori una vita umana per risolvere un problema?». A quell’interrogativo, poco dopo, fu sempre lui, Francesco, a rispondere. E lo fece con poche ma durissime parole: «È come affittare un sicario». «Un approccio contraddittorio consente anche la soppressione della vita umana nel grembo materno in nome della salvaguardia di altri diritti», aggiunse poi il papa, «ma come può essere terapeutico, civile, o semplicemente umano un atto che sopprime la vita innocente e inerme nel suo sbocciare?».

In un’altra circostanza, qualche anno fa, papa Francesco ebbe invece a soffermarsi sulla dimenticata gravità dell’aborto vissuto «da alcuni», disse il Santo Padre, «con una consapevolezza superficiale, quasi non rendendosi conto del gravissimo male che un simile atto comporta». Ora, è chiaro come simili discorsi non abbiano alcun margine di ambiguità. Per questo, è facile immaginare che anche l’appoggio di papa Francesco alla Marcia per la Vita di Parigi ad alcuni, nello stesso mondo cattolico, non piacerà particolarmente.

Difficile possa piacere, per esempio, a Furio Colombo, il quale nel 2013 ebbe a definire la Marcia per la Vita puro «terrorismo», mentre Alberto Melloni, editorialista di Repubblica, ebbe a  scrivere: «Con la Chiesa questa marcia ha ben poco a che fare». Evidentemente, il sommo pontefice – che tante volte, a ben vedere, ha tuonato contro quella “cultura dello scarto” di cui l’aborto è la massima e più crudele epifania – non la pensa così. Esattamente come non la pensavano così san Giovanni Paolo II e papa Benedetto XVI, i quali hanno sempre incoraggiato con forza le manifestazioni dei pro life, nella convinzione che esse siano una occasione preziosa per dare voce a chi voce non ha, i bambini non ancora nati.

Detto ciò, non resta che fare sia al popolo per la vita di Francia sia a quello che affluirà a Washington i migliori auguri, ringraziando per il loro esempio e soprattutto per la loro testimonianza, in tempi in cui schierarsi per i diritti del nascituro a tutto porta fuorché agli applausi dei media e della cultura dominante.

Giuliano Guzzo

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