05/02/2019

Parla Virginia Nyce: «Io alla Marcia per la Vita Usa. Ve la racconto»

Un punto di forza della Marcia per la Vita statunitense è la sua natura intergenerazionale. Anche lo scorso 18 gennaio, come nelle passate edizioni, a Washington si sono dati appuntamento americani di ogni età e di ogni appartenenza religiosa. Pro Vita ha avuto modo di incontrare la ventiseienne Virginia Nyce, cattolica e militante pro life senza bandiere specifiche, al di fuori dell’appoggio incondizionato alla causa della vita nascente dal concepimento alla morte naturale. Virginia, che lavora presso il Santuario Nazionale San Giovanni Paolo II di Washington, ha partecipato all’ultima Marcia ed esprime fiducia sulle battaglie che si prospettano in questi mesi negli Usa.

Virginia, com’è andata l’ultima Marcia per la Vita? Ritieni sia stata un successo?

«Partecipare alla Marcia per la Vita è sempre un piacere per me. L’evento è nel suo complesso estremamente propositivo: l’attenzione non è puntata sulla politica o sul mettere a nudo le persone che militano dalla parte opposta della barricata. Si tratta davvero di celebrare la vita e di celebrare quelle donne coraggiose che hanno scelto per la vita».

Il presidente Trump ha promesso il veto su tutte le proposte pro choice provenienti dal Congresso. Trovi sia incoraggiante?

«Certo, è incoraggiante avere un presidente così impegnato a sostenere la vita in tutte le fasi. Mi fa piacere che il presidente Trump non abbia paura di parlare contro l’aborto, perché è un argomento del quale non possiamo tacere. In quanto uomini e donne che sono stati eletti per sostenere, difendere e rappresentare il popolo, i politici di tutte le aree del governo non possono trascurare il loro dovere verso quei cittadini che non hanno una propria voce ma hanno comunque un valore, sono vite umane. Quindi sì, è confortante il fatto che il presidente si impegni a sostenere la causa per la vita. Tuttavia, a mio parere, qualsiasi reale cambiamento nella questione dell’aborto deve avvenire a livello culturale. Soltanto quando la maggioranza dell’opinione pubblica risulterà sbilanciata a favore della difesa a tutti i costi della vita umana, allora la battaglia sarà veramente vinta».

Pochi giorni dopo la Marcia, tuttavia, è stato varato il Reproductive Health Care nello stato di New York. Non è contraddittoria l’approvazione di leggi sempre più liberal, proprio nel momento in cui l’opinione pubblica americana sta diventando sempre più pro life?

«La nuova legge sull’aborto che è stata approvata a New York è stata sicuramente un durissimo colpo. Non solo per la causa pro life ma, soprattutto, per quelle povere donne e quei poveri bambini che saranno danneggiati da questa nuova politica. Ciononostante, rimango ottimista riguardo al movimento pro life negli Stati Uniti. Una nuova vita – non importa quanto sia difficile o devastato il contesto in cui nasce – è sempre motivo di gioia. E rimango fiduciosa che, alla fine, vinceranno la gioia e la verità».

Luca Marcolivio

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