06/10/2018

Più di 500 bambini salvati con l’antidoto alla RU486

La Heartbeat International, che ha creato un servizio sia online che telefonico (la “Option Line“), offre assistenza gratuita e riservata alle donne in gravidanza e ha comunicato  ultimamente che con l’impiego dell’antidoto alla RU486, “Abortion Pill Reversal“, sono stati salvati, in circa 10 anni, ben 500 bambini e altri 100 sono in attesa di nascere.

Il presidente di Heartbeat International, Jor-El Godsey, ha dichiarato con orgoglio che non solo le vite dei bambini sono salve, ma anche quelle delle loro madri a cui è stata data una vera possibilità di scelta, dopo un primo momento di confusione e smarrimento.

In Italia la RU486 è arrivata nel 2005, negli Stati Uniti nel 2000. Il numero di donne che hanno scelto di ricorrere alla pillola abortiva, con l’andare degli anni è andato aumentando sempre di più.

La propaganda radicale vorrebbe che la pillola assassina fosse diffusa ancor di più e che le donne potessero prenderla “comodamente a casa loro”. Essi infatti infondono la falsa convinzione che si tratti di un mezzo abortivo meno cruento di quello chirurgico e il cui decorso sia meno doloroso e impegnativo. Così, proprio quelle che strillavano come ossesse contro l’aborto clandestino, vorrebbero che l’aborto si riducesse a “fatto privato”, deresponsabilizzando ancor di più i padri e la società. Una cosa rapida,  un “medicinale”, un po’ come  l’aspirina.

Purtroppo però le dolorosissime esperienze di coloro che hanno fatto ricorso alla pillola abortiva (che provoca persino la morte della donna, 10 volte di più dell’aborto chirurgico) dicono che l’aborto in pillole è un incubo per la donna: dolori lancinanti, emorragia, rischio di infezione, e poi espulsione del bambino morto dove e quando meno te lo aspetti.

Per ottenere l’aborto è necessario assumere due farmaci in due giorni. Il primo è il Mifepristone, che agisce bloccando i ricettori del progesterone, l’ormone della gravidanza che permette all’embrione di nutrirsi e svilupparsi. Il bambino muore lentamente di stenti e con grande sofferenza in poche ore. L’aborto vero e proprio inizia due giorni dopo con l’assunzione del secondo farmaco, il Misoprostol che, dilatando il collo dell’utero e inducendo le contrazioni, provoca l’espulsione del bambino morto.

L’antidoto alla RU486, grazie alla geniale intuizione del dottor George Delgado e del dottor Mattew Harrison (di cui abbiamo parlato tante volte, per esempio qui) consiste in una dose massicia di progesterone da prendere al posto della seconda pasticca, per annullare gli effetti della prima.

Manuela Antonacci

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