16/10/2015

Planned Parenthood – Hillary Clinton parla in sua difesa

Hillary Clinton difende Planned Parenthood e il “diritto” all’aborto.

Non è una novità, certo. Ma il fatto che lo dica ora, dopo i recenti ed orribili scandali, è davvero indicativo di cosa pensano i liberal statunitensi in tema di vita umana.

Lifesitenews ci informa che nel dibattito per le primarie del Partito democratico, l’ex Segretario di Stato americano e candidata alla presidenza per il 2016 ha criticato aspramente la volontà dei Repubblicani di indagare su Planned Parenthood e di limitare l’aborto.

La Clinton si è detta assai stupita del fatto che la destra, di solito sempre così favorevole al non intervento dell’apparato statale nella vita dei cittadini, nel caso dell’aborto voglia invece chiudere Planned Parenthood, impedendo così alle donne di essere libere di “scegliere” (ovvero di uccidere).

Tom McClusky, tra gli organizzatori della March for Life di Washington e responsabile dei rapporti con le autorità politiche, ha prontamente risposto alla signora Clinton ricordandole che Planned Parenthood non è una vittima, ma con l’oltre mezzo miliardo di fondi che percepisce dai contribuenti per attuare le sue strategie di pianificazione familiare, caso mai è una grande potenza negli Stati Uniti.

D’altra parte, sappiamo da chi andò a scuola la moglie dell’ex presidente Usa. La giovane Hillary si appassionò alle idee di Saul David Alinsky, grande ispiratore della sinistra populista nordamericana. Alinsky teorizzò una “rivoluzione populista” che, sotto lo slogan “power to the people”, avrebbe dovuto suscitare tante piccole rivoluzioni a livello locale, col trasferimento del potere dalle istituzioni alle Peoples’ Organizations da lui create. Queste organizzazioni avrebbero dovuto mettere in pratica la democrazia diretta e l’autogestione comunitaria, come insegnato da Marx ed Engels.

Così scriveva il mentore dell’attuale candidata alla Casa Bianca: “La forza rivoluzionaria deve esercitare la violenza, urlando: Dobbiamo bruciare il sistema fino alle fondamenta! Il rivoluzionario non deve avere nessuna illusione sul sistema”. E ancora: “Se esiste una vita dopo la morte, io sceglierei risolutamente di andare all’inferno. L’inferno sarebbe il paradiso per me. I dannati sono la mia gente”. Ebbene, ancora nel 1993, Hillary dichiarò al “Washington Post”: “Io penso che, fondamentalmente, Alinsky aveva ragione nel suo approccio ai problemi sociali“.

Nonostante negli ultimi decenni, per ragioni di immagine, abbia messo nel cassetto queste affermazioni, quando parla di aborto e Planned Parenthood evidentemente l’anima rivoluzionaria della Clinton riemerge.

Il tema del diritto alla vita, comunque è stato poco trattato durante il dibattito tra candidati democratici.

Eppure, “l’aborto è la violazione dei diritti umani dei nostri tempi e dovrebbe assolutamente essere una questione bipartisan”, ha detto Jeanne Mancini, presidente della March for Life.

Redazione

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