04/12/2015

Planned Parenthood: il Senato USA taglia i contributi

Il Senato americano ha approvato un disegno di legge che taglia i finanziamenti statali alla Planned Parenthood Federation.

I nostri lettori sanno bene che il giornalismo investigativo del CMP ha fornito prove inconfutabili che la PPF  commercia gli organi dei bambini abortiti. Cliccando su questo link si può leggere l’ultimo articolo in proposito e si accede agli altri link necessari per vedere i filmati girati dal CMP; qui invece si può leggere a cosa servono i tessuti dei bambini abortiti (la PPF dice che servono alla ricerca per salvare vite umane...).

Lo fa in palese violazione delle leggi americane, lo fa senza il consenso delle madri, e per farlo si prolunga la sofferenza dei bambini cercando, laddove la gravidanza è abbastanza avanzata, di estrarli vivi dal grembo materno.

Il disegno di legge potrebbe bloccare, per un anno, la maggior parte dei finanziamenti federali a Planned Parenthood. Almeno l’ 89%.

I Senatori hanno votato 52 a 47.  Ora tocca alla Camera dei Deputati.

Anche se Obama ha dichiarato che apporrebbe il veto presidenziale, se il Parlamento approvasse una legge del genere, molti americani sperano che la cosa porterebbe all’elezione di un Presidente pro-life, l’anno prossimo.

Il Senato ha anche bocciato due emendamenti dei pro-choice tesi a confermare, invece, i contributi statali all’industria dell’aborto.

Secondo i pro-life si tratta di una vittoria per il popolo americano, perché in tutto il paese la gente è stanca di essere costretta, attraverso le tasse, a contribuire al finanziamento della Planned Parenthood: ormai più nessuno crede che sia una sorta di consultorio familiare per la tutela della salute delle donne. Fornisce praticamente soprattutto aborti, in modo spregiudicato, spesso in violazione di norme igieniche e giuridiche, al solo scopo di massimizzare i profitti.

Se passa in via definitiva il disegno di legge approvato dal Senato, i fondi che ora vanno alla Planned Parenthood (diverse centinaia di migliaia di dollari l’anno) sarebbero riassegnati ai centri di sostegno della maternità e della salute femminile che forniscono davvero una vasta gamma di servizi sanitari.

Redazione

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