18/07/2019

Regalano rose davanti a clinica abortista. Arrestati due sacerdoti

Quando si parla di contrastare l’aborto e dialogare con le donne per informarle e tentare di convincerle a non abortire più, sembra quasi di essere in uno stato di polizia. Accade negli Stati Uniti, nel New Jersey, dove due sacerdoti cattolici sono stati arrestati per aver avvicinato alcune donne nei pressi di una clinica abortista, la Garden State Gynecolgy.

Si tratta di padre Fidelio Moscinski e padre Dave Nix, più una terza persona laica, che secondo quanto riportato da Il Sussidiario, sono stati bloccati in malo modo dalla Polizia con l’accusa, sembrerebbe, di essere penetrati all’interno della clinica e, all’esterno, regalare delle rose alle donne che vi si stavano recando per abortire. I tre semplicemente parlavano con le ragazze incinte, dicendo loro frasi del tipo: «Sei stato fatto per amare e per essere amato … la tua bontà è più grande delle difficoltà della tua situazione. Le circostanze nella vita cambiano. Una nuova vita, per quanto piccola, porta la promessa di una gioia irripetibile».

Qualcuno, infastidito da questo atteggiamento, ha chiamato le forze dell’ordine che – come si vede in un video diffuso da Life Newshanno ammanettato e portato via i sacerdoti come fossero tre pericolosi criminali. Successivamente uno dei tre ha spiegato che poi i poliziotti sono stati più gentili di quanto si veda nel video e che hanno anche discusso a lungo proprio sul tema dell’aborto. I sacerdoti e il laico arrestati sono stati infine rilasciati anche se adesso li attendo un processo.

Mentre si trovavano davanti alla clinica abortista i tre uomini hanno assistito e si sono confrontati con scene e storie di dolore e paura, come nel caso di una madre che voleva costringere la giovane figlia ad abortire a tutti i costi o come una donna che alla fine ha deciso di non abortire più. In particolare per i due sacerdoti non è la prima volta che intraprendono iniziative simili. Da tempo, infatti, in occasioni di giorni o festività particolari si recano davanti alle cliniche che praticano l’aborto proprio per dialogare con le pazienti, spiegando e invitando a non abortire ma sempre con metodi pacifici e senza limitare la libertà o la privacy di nessuno. Cosa accaduta anche questa volta, ma ciò non è bastato per impedire alla polizia di portarli via come fossero pericolosi delinquenti.

Salvatore Tropea

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