21/08/2013

Risuscita dopo 40 minuti dall’arresto cardiaco

Mamma 41enne protagonista di un miracolo medico, dopo che il suo cuore si era fermato per due attacchi; un macchinario ha mantenuto in circolo il sangue al cervello e i medici l’hanno salvata
Clinicamente morta per oltre 40 minuti., il cuore ormai fermo dopo una disperata corsa in ospedale, Vanessa Tanasio, 41enne australiana, aveva subito due attacchi di cuore a pochi minuti di distanza; il primo mentre stava per portare i suoi due figli a scuola, il secondo sul tavolo operatorio, dopo che i metodi di rianimazione normalmente utilizzati in questi casi avevano fallito. Eppure, dopo tutto questo, la donna è tornata alla vita.
L’incredibile fatto è accaduto all’ospedale Monash Heart di Melbourne dove la paziente, originaria del sobborgo di Narre Warren, ha sorpreso gli stessi medici che l’hanno salvata. Vanessa si era sentita male a casa e sua madre Virginia ha immediatamente chiamato i soccorsi, che l’hanno portata in ospedale, effettuando una serie di shock con il defibrillatore. Dopo il secondo attacco sotto gli occhi degli specialisti, tutto sembrava però ormai perso.
A questo punto sarebbe entrato in gioco un sofisticato macchinario medico automatico, chiamato in gergo CRP (o Lucas2), uno strumento di ultima generazione dal costo di 15mila dollari australiani, presente solo proprio nell’ospedale coronario di Melbourne. I medici con questo mezzo sarebbero così riusciti a riportare in vita la donna, con un procedimento avveniristico. L’equipe, coordinata dal cardiologo Wally Ahmar sarebbe intervenuta su Vanessa con il CRP, tramite cariche secche della durata di trenta minuti, che hanno mantenuto in circolazione il sangue negli organi vitali, compreso il cervello. Nel frattempo, la macchina avrebbe continuato a pompare sangue, permettendo ai medici di eseguire un’angiografia, dal quale è emerso il problema. L’arteria ostruita, in inglese chiamata “widowmaker”, così è stata sbloccata con una sonda, senza che la donna subisse danni permanenti.
Il funzionamento della macchina sarebbe quindi quello di mantenere in circolazione il sangue nei casi in cui il cuore è fermo. In questo modo, il liquido ematico può continuare ad arrivare ai vari organi, cervello incluso, evitando gravi complicazioni. I soccorritori possono così effettuare le analisi e individuare dove intervenire, rimettendo poi in moto il cuore. Una tecnica avveniristica, tanto che gli esperti parlano di “resuscitamento” del paziente, ma allo stesso tempo costosa, visto che in tutta l’Australia è disponibile una sola di queste macchine (acquistata con una raccolta fondi). Vanessa, dopo una settimana dal ricovero, ancora non ci crede: “La cosa mi ha presa completamente di sorpresa, sono sollevato di essere ancora qui per i miei figli. I medici e gli infermieri sono stati impressionanti, così come la macchina. Qualsiasi somma di denaro raccolta per l’acquisto di attrezzature mediche è per una giusta causa, ma avere un risultato come questo è incredibile”, riporta l’Herald Sun.

TG Com 24

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