Organizzazioni governative e non governative, violenza linguistica, strumentalizzazione delle istituzioni formative, intolleranza e discriminazione: questi sono le principali forze in campo per la creazione di una “nuova umanità”.
A sostenerlo è la sociologa e pubblicista tedesca Gabriele Kuby nel sul saggio “La rivoluzione sessuale globale” (Die globale sexuelle Revolution).
Per creare un “uomo nuovo”, libero per quel distorto senso di libertà che si sostanzia solo nell’essere sciolto da ogni forma di legame, orizzontale e verticale, lo si deve disarmare il più possibile, renderlo un perfetto disadattato ed instabile. Primo passo, ovviamente, è l’annichilimento del vincolo più forte che natura crea: la famiglia. Di qui l’innesco del piano di questo nuovo ordine globale: per minare alla radice la famiglia si deve distruggere il concetto di eterosessualità, per far questo è necessario imporre una contrapposizione tra sesso di appartenenza e genere, facendo leva sui bambini e sui ragazzi, facilmente plasmabili.
Kuby conduce un’analisi che prende le mosse dalla rivoluzione francese per arrivare ai giorni d’oggi, individuando dei punti fermi che collegano i due momenti storici, soprattutto per quanto concerne le metodologie: oggi come allora a farla da padrone è il “terrore”, arma brandita contro chi si oppone ai disegni rivoluzionari.
L’autrice incita ad analizzare con attenzione quello che accade e comprenderne il nefasto disegno di fondo. Ciò che all’apparenza potrebbe sembrare solo una bizzarria, è invece un tassello di un piano scientificamente predisposto a tavolino, i cui soli antidoti sono la consapevolezza e l’educazione all’amore.
Consigliamo la lettura della presentazione del libro a cura di Antonio Malo, Professore Ordinario di Antropologia nella Pontificia Università della Santa Croce. Per approfondire l’argomento, clicca qui.
