08/04/2016

“Star Wars avrà personaggi gay”, parola di regista

Abrams, il regista di Star Wars: il risveglio della forza, durante un evento pre-Academy Awards ospitato dalla sua casa di produzione Bad Robot, ha risposto a una domanda riguardo a futuri sviluppi della trama per quanto riguarda i personaggi affermando di non escludere personaggi gay.

Ovviamente il tutto nel nome dell’inclusione.

I personaggi sotto i riflettori sarebbero il pilota Poe, interpretato da Oscar Isaac, e il rinnegato assaltatore Finn, alias John Boyega. Nel sequel di Star Wars che uscirà il prossimo Natale vedremo dunque nascere una storia gay tra i due?

Addirittura l’attore Isaac sostiene che, se si riguarda con attenzione l’ultimo film, vi si possono cogliere particolari quasi romantici: sguardi, emozioni speciali tra i due. Già nell’ultimo romanzo della serie di stampa sono stati introdotti, nelle storie parallele, tre nuovi personaggi gay: probabilmente la Disney e la Lucas Film, almeno in editoria, ritengono che i loro fans siano pronti per un eroe gay (Sinjir Rath Velus).

La domanda che sorge spontanea è: i genitori di adolescenti e preadolescenti, oltre a preoccuparsi per la possibile violenza sullo schermo, devono iniziare ad attivare anche il “gay-radar”?

Secondo Dan Gainor, vice presidente del Media Research Center (MRC) ha senso preoccuparsi perchè “Hollywood è propaganda rivolta alle masse. Se non è quella ambientale e anti-americana come nel film Avatar, è propaganda di tipo sessuale. Ci sono un sacco di gay a Hollywood. Ma ciò non significa che il resto dell’America sia così. Il MRC ha riassunto le sue opinioni in breve, in una relazione del 2012 dal titolo Hollywood: guidare l’agenda omosessuale per 40 anni”. Il problema, dice Gainor, è che le persone omosessuali vengono rappresentate in modo idealizzato e distante da quello che sono in realtà le relazioni e i comportamenti della maggioranza di esse. In più c’è da aggiungere che si parla di una minoranza ristretta di persone mentre vien fatto credere che questa tendenza ne coinvolga molte di più, che sia un fatto diffuso.

D’altro canto la Gay and Lesbian Alliance Against Defamation (GLAAD) lamenta che nel 2014 ‘solo’ 20 film su 114 monitorati hanno incluso raffigurazioni di personaggi LGBT.
Io mi domando di cosa stiamo parlando dal momento che addirittura il film The Danish girl, il cui protagonista è un transgender e tutta la storia è incentrata su di lui, ha vinto un Oscar e altri riconoscimenti...

Non si tratta di propaganda, vero? Non è che una piccola, ma potente e ben foraggiata,  minoranza vuole manipolare la cultura o almeno far credere cose che non sono reali? Gli elementi per rispondere ci sono tutti.

Cecilia McCamerons

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