18/11/2012

Su aborto e contraccezione la Chiesa Usa non ha alcuna intenzione di arrendersi alla “teologia” obamiana

Dopo la sua elezione, la Conferenza episcopale americana ha salutato il presidente neoeletto Obama promettendo preghiere, «affinché il suo incarico sia svolto in nome del bene di tutti, specialmente per quanto riguarda l’attenzione per i più deboli e i più vulnerabili, inclusi i non ancora nati, i poveri e gli immigrati», e sottolineando che «noi continueremo a batterci in difesa della vita, del matrimonio e di quello che ci sta più a cuore: la libertà religiosa».

FERMARE L’OBAMAMANDATE. L’altro giorno, la Conferenza episcopale ha parlato ancora attraverso un suo rappresentante: «Abbiamo tutte le ragioni per continuare a sforzarci sia davanti al Congresso sia alla Corte e di continuare a chiedere al governo una visione più flessibile a favore della questione relativa alla libertà di coscienza». Così, il vicesegretario della direzione per le Attività in difesa della vita della Conferenza episcopale americana, Richard Doerflinger, ha parlato ieri al quotidiano National Register Catholic in merito alla vittoria del presidente Obama. Il discorso ha poi inevitabilmente toccato l’obbligo imposto dal governo alle scuole e agli ospedali, anche privati, di pagare ai propri dipendenti assicurazioni che comprendano contraccettivi e interruzioni di gravidanza. Ovviamente la Chiesa è contraria, sentendo lesa la libertà i coscienza dei credenti. Su questo, ha detto Doerflinger, «Non ci fermeremo e continueremo a perseguire il nostro obiettivo».
Obama, dal canto suo, non è intenzionato a firmare il compromesso che prevede eccezioni per gli enti religiosi. Ma Doerflinger è fiducioso e pensa che si possa ancora convincerlo anche premendo attraverso i fedeli cattolici, invitati a scrivere ai loro rappresentanti al Congresso.

TEOLOGIA PRESIDENZIALE. Nei mesi passati, la battaglia tra Obama e la Chiesa è stata assai aspra. In soli «due casi – spiega Doerflinger -, le corti federali hanno ammesso l’esenzione per due imprese. Ma se persino un’impresa familiare può essere esente dall’obbligo per il fatto che i suoi individui sono cattolici, allora la protezione per le istituzioni cattoliche dovrebbe essere ancora più forte». Ma i due pronunciamenti delle corti federali non sono i soli. Una corte del Missouri ha risposto a un ricorso negando l’esenzione e spiegando che il pagamento dell’assicurazione non è considerato una lesione sostanziale della religione. «Non sono un avvocato – ha chiarito Doerflinger – ma mi è stato riferito da diversi giuristi che questa è una motivazione inusuale che lede il primo emendamento. Se qualcuno dice: “L’insegnamento della mia religione va contro questa pratica”, non è compito della Corte dire: “Questo atto non è così sbagliato”. Il Governo così interpreta la tua teologia. Stiamo andando verso una definizione da parte dello Stato dell’insegnamento cattolico. Tutto ciò non ha alcun senso».

di Benedetta Frigerio

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