25/09/2014

Tailandia: scandalo utero in affitto

Un video di France24 svela al mondo lo scandalo dell’ utero in affitto in Tailandia. Recentemente l’attenzione del Governo di quel paese si è concentrata su un traffico disumano che purtroppo oggi, in molti paesi, produce dei guadagni da capogiro sulla pelle delle donne e dei bambini.

La cosiddetta “maternità surrogata”, espressione dolce per indicare l’ utero in affitto di una donna e la vendita del suo bambino, rappresenta in Tailandia un business da centinaia di milioni di dollari. Il sevizio prodotto da France24 (che potrete vedere al link sotto in lingua inglese) fa vedere come in molte zone del paese sono nate delle vere e proprie “baby farms” (fattorie di bambini): luoghi dove le donne povere, in base ad un contratto illecito, affittano il loro utero ad una coppia committente (spesso ricche coppie straniere, molte delle quali omosessuali) e si “obbligano” a consegnare, a gravidanza terminata, il bambino. Una rete organizzata di madri “portatrici” alimenta l’offerta di questo enorme mercato.

In una di queste “baby farms”, Khun Panida, una donna che non ha ceduto alla tentazione dell’ utero in affitto afferma: “E’ un peccato. Questi bambini vengono dal loro [delle madri] sangue; non capisco come abbiano potuto deviare in tal modo dalla legge morale. Le conosco tutte: si pentiranno”. Un monaco buddista intervistato non ha paura di dirci chi è implicato in questo traffico immorale: “I ricchi e potenti, la polizia, i dottori, tutti sono implicati …”. Del resto, la prospettiva di guadagnare molti soldi spinge un numero crescente di donne povere tailandesi (come in India) a vendere il proprio corpo e il proprio bambino: “Queste ragazze si sono rese conto che possono guadagnare molti soldi in pochi mesi. E’ una tentazione alla quale è difficile resistere”, sostiene un membro delle forze dell’ordine. E una ragazza di 24 anni, madre “portatrice”, la cui prestazione è stata pagata 7000 euro, confessa che il suo bambino è stato poi consegnato a una coppia in Germania e che “quello che mi dà fastidio è che ci siano persone all’estero che guadagnano tanti soldi con i nostri uteri”.

Dopo che è venuto alla luce il giro di affari connesso all’ utero in affitto, molte cliniche per la riproduzione artificiale coinvolte nella vicenda hanno dovuto chiudere i battenti: traendo vantaggio dal “turismo procreativo” avevano dapprima fatto ingenti profitti con la FIVET e poi proprio con la pratica dell’ utero in affitto.

Di interesse è anche l’intervista alla giornalista francese Claire de La Hougue (seconda parte del video) che spiega le principali problematiche connesse alla “maternità surrogata”: “Adesso il Governo tailandese cercherà di fare nuove leggi e di applicarle … ma sarà difficile, come in India: perché ci sono troppi soldi dietro. Più di 2 miliardi di dollari. (…) Il problema con la maternità surrogata è che puoi comprare e vendere un bambino, come se si potesse essere proprietari di un bambino: è contrario alla dignità umana, anche a quella della “madre portatrice” … Si pone anche un vero problema di “identità” per i bambini: chi è la loro vera madre? Quella “donatrice” di ovuli? Quella portatrice? O quella che lo vede crescere?”.

Ecco il video di France24 in inglese:

Alessandro Fiore

 

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