10/07/2019

Ecco perché quello di Vincent Lambert sarà un omicidio

Un nuovo studio dimostra, se ce ne fosse bisogno, che le persone che si trovano in stato “vegetativo persistente”, sono coscienti. Lo studio è il frutto di un amplissimo numero di ricercatori di molte parti del mondo ed è stato pubblicato, lo scorso 27 giugno, sul New England Journal of Medicine: “Detection of Brain Activation in Unresponsive Patients with Acute Brain Injury” (ovvero “Rilevazione dell’attivazione del cervello in pazienti non responsivi con danno cerebrale acuto”).

Vi si afferma che circa il 15% di tali pazienti risponde ai comandi verbali nel cervello nei giorni successivi alla lesione, anche se non vi è alcun segno esterno di questa consapevolezza. I ricercatori hanno registrato le risposte nell’analisi computerizzata specializzata delle registrazioni di routine EEG dal cranio. Questi pazienti hanno «quattro volte più probabilità di ottenere una parziale indipendenza nel corso dell’anno successivo all’incidente attraverso una riabilitazione specifica, rispetto ai pazienti senza alcuna attività celebrale». Il New York Times, non l’Osservatore Romano o l’Accademia Pontificia per la Vita, ha esultato per i risultati di questa ricerca nei giorni scorsi, definendola «una nuova gigantesca possibilità di valutare le probabilità di ripresa di pazienti non responsivi».

Macron e i medici francesi invece sono interessati solo a far morire il povero Vincent Lambert. Ormai per tutti è diventata una questione di principio e forse anche di risparmio sanitario complessivo, visto che dopo la morte di Lambert, tutti coloro che sono nelle sue stesse condizioni in Francia saranno lasciati morire di stenti. «La morte è invitabile ora», ha detto l’avvocato di famiglia che ha anche annunciato la denuncia dei familiari, della madre in particolare, verso i medici dell’Ospedale di Reims per «omicidio volontario».

Eppure lo studio in questione dimostra, attraverso il metodo dell’osservazione scientifica, se ce ne fosse stato bisogno, che Vincent è vivo, aiutarlo con una terapia adeguata potrebbe farlo parzialmente ristabilire. Invece no, si preferisce ucciderlo nel silenzio del mondo. Oggi il silenzio sulla vicenda copre solo la volontà di estendere questa forma di eugenetica e legalizzazione dell’omicidio per finalità sociali, a tutti. Sia ben chiaro, mi e ci interessa personalmente.

Lo studio ha esaminato i risultati di 104 pazienti dell’unità di terapia intensiva neurologica della Columbia University che hanno riportato lesioni alla testa da traumi, infarti o sanguinamento. «Con nostra sorpresa, abbiamo scoperto che circa il 15% dei pazienti che non rispondevano aveva questa attivazione cerebrale in risposta ai comandi», ha detto il dottor Jan Claassen, l’autore principale del documento. «Ciò suggerisce che ci sia qualche residuo di coscienza lì. Tuttavia, non sappiamo se i pazienti capissero veramente ciò che stavamo dicendo. Sappiamo solo che il cervello ha reagito. Questo è campo di ulteriore ricerca molto grande e da affrontare presto», ha detto al Times il dottor Nicholas Schiff, del Weill Cornell Medical College di New York. «La comprensione che, vista la velocità di recupero del cervello, una persona su sette potrebbe essere consapevole e anche molto consapevole, di ciò che viene detto o proposto per lo loro stesse cure, ha una utilità straordinaria e può radicalmente cambiare il nostro approccio quotidiano. E’ una svolta gigantesca».

Ossequiosi del principio guida dell’umana natura, il principio di precauzione, non vogliamo imputare di omicidio i componenti del governo Macron che hanno presentato il ricorso in cassazione contro la Sentenza favorevole alle cure per Vincent Lambert, né desideriamo la condanna dei medici di Reims. Tuttavia, per questo stesso principio e per il rispetto che dobbiamo alla scienza, abbiamo il dovere di accusare apertamente lo Stato francese quantomeno di colpevole ignoranza, oscurantismo e cecità. Gli uomini di fede sono più aperti alla ragione e alla scienza dei maestrini laicisti parigini, è un fatto. Vincent Lambert è vivo, consapevole e che poteva largamente migliorare è un fatto. Lo si vuole morto, ed è un fatto di inciviltà inaccettabile.

Luca Volontè

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