17/10/2018

Topi “bimaterni”: maschi, non servite più a un bel niente

In ambiente femminista, quando ero al liceo – negli anni Settanta – era in voga una metafora: la società ideale è quella delle api, con tutte donne. I maschi si usano solo per una cosa e poi via, eliminati: non servono ad altro. Qualcuna apprezzava anche le mantidi religiose (nella foto), che i maschi, “dopo”, se li mangiano proprio...

Oggi, grazie alla tecnoscienza prometeica che gioca a fare Dio, il sogno non solo potrebbe diventare realtà, ma la prospettiva che si è aperta è ancora più radicalmente  femminista: i maschi non servono proprio più a niente, neanche alla riproduzione. Già possiamo fare a meno del pisellino, con la fecondazione artificiale. Presto faremo a meno anche dello sperma.

E la “liberazione” della donna sarà davvero completa!

In Cina, infatti, hanno prodotto topi sani da due ovuli, con due topi femmina. Senza bisogno di maschi.

Hanno alterato le cellule staminali di un topo femmina e le hanno iniettate nelle uova di un altro. Di 210 embrioni, 29 sono sopravvissuti. Il fatto che queste procedure comportino tanti morti, ovviamente non rileva, finché si tratta di topi...

Hanno tentato la cosa anche con due topi maschi, ma i topini risultanti non sopravvivevano che un paio di giorni.

La ricerca è stata pubblicata su Cell Stem da ricercatori dell’Accademia delle Scienze cinese. Spiega Bio Edge che per i mammiferi (a differenza di  alcuni rettili, anfibi e pesci) i figli che – con la clonazione provata finora – non ricevono materiale genetico sia da una madre che da un padre presentano anomalie gravi dello sviluppo. I cinesi, invece, sono riusciti a isolare e eliminare i geni  responsabili di queste anomalie, ma ancora i topi risultanti erano poco vitali.

Ora, invece, per produrre  topi sani  “bimaterni” i ricercatori hanno usato cellule staminali embrionali aploidi, cioè con il corredo cromosomico di un solo genitore, da cui è molto più semplice cancellare i geni responsabili delle suddette anomalie, dando origine a topi apparentemente normali, che sono cresciuti e si sono riprodotti.

L’esperimento con i maschi non ha funzionato e comunque per farlo hanno dovuto prendere un ovulo (da un topo femmina) e svuotarlo del suo nucleo. Quindi anche se i topini risultanti hanno il Dna di due maschi, l’ovulo della femmina serve sempre. I topi “bipaterni” inoltre non riescono a sopravvivere.

Morale della storia (che di morale non ha proprio un bel niente): cari maschi, cominciate da subito a colmare di regali e di attenzioni le vostre donne. E, soprattutto, rendetevi utili in qualcosa: rischiate davvero di fare una brutta fine.

Francesca Romana Poleggi

PS: E se anche in un futuro (molto lontano) riusciranno a produrre in laboratorio bambini “bimaterni”, sarà giusto farlo? NO: i bambini hanno diritto a una mamma e a un papà.

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