09/10/2017

Trans – fragilità: in Scozia il 96% di loro pratica autolesionismo

Non siamo certo felici di scrivere articoli come questo. Con rammarico  ci sentiamo costretti a portare all’attenzione dei nostri Lettori che recenti studi confermano che le persone LGBTQIA(...), e soprattutto i trans, sono particolarmente soggette all’autolesionismo.

I trans e l’autolesionismo

Il rapporto statistico che lancia l’allarme per la salute della popolazione trans, in Scozia,  è dell’associazione Stonewall, una delle più prominenti nella battaglia per i diritti LGBTQIA(...).  La relazione, stilata di concerto con l’Università di Cambridge su più di 400 studenti LGBTQIA(...), mostra che il 96 per cento dei giovani trans pratica l’autolesionismo (idem il 60% degli omosessuali). Il rapporto ha anche rilevato “livelli incredibilmente elevati” di problemi di salute mentale tra i ragazzi trans.

Bullismo o disagio esistenziale?

Disperatamente si cerca di dare la colpa di ciò al bullismo o agli errori (colpevoli o incolpevoli) che commette la gente nel rivolgersi ai trans con il pronome sbagliatoStonewall, quindi, chiede la diffusione di un’istruzione sessuale più esplicita, focalizzata sull’omosessualità, come soluzione al disagio manifestato da studenti trans e gay.

Eppure, la percentuale di suicidi nella popolazione trans (circa il 50%) è elevata e molto più alta dei suicidi delle persone non LGBTQIA(...), anche i Paesi decisamente non omofobi come quelli della Scandinavia e negli USA.  Nello stesso Regno Unito la “educazione sessuale globale” – cioè la propaganda LGBTQI(...)  nelle scuole  – è diffusa da tempo. Il Governo spende miliardi per educare al linguaggio rispettoso dei trans (addirittura si vieta di chiamare “madre” o “donna” una “persona” incinta...)

La parola di un ex trans

Walt Heyer, un noto ex trans, ha detto a LifeSiteNews che l’indagine della Stonewall,  è coerente con elevati tassi di suicidi e disturbi mentali riscontrati da mezzo secolo nella popolazione trans. Heyer, che dopo due operazioni chirurgiche – una per “diventare donna” e una per “ridiventare uomo” – lavora da decenni per aiutare le persone trans a risolvere i loro problemi, sostiene che la disforia di genere che spinge al “cambiamento di sesso” è sempre associata ad altri problemi di salute mentale. Se questi non vengono affrontati e risolti il “cambiamento di sesso” non solo non risolve la condizione di disagio esistenziale dei soggetti interessati, ma l’acuisce, induce la depressione e quindi il suicidio.

Informare per aiutare, per tutelare, le persone trans

Informare le persone LGBTQIA(...) di queste cose – così come informare le donne sui rischi della contraccezione e dell’aborto – è necessario per il loro stesso bene. Non è omo – trans – fobia. 

Si tratta di verità scientifiche confermate anche dal CDC USA e dalle stesse associazioni mediche LGBTQIA(...) americane. Verità che vengono irresponsabilmente sottaciute danneggiando la salute della comunità LGBTQIA(...).

Non si informano le persone sui danni del fumo?

... Ma c’è chi ci guadagna, sulla pelle dei trans

Lo stesso Heyer denuncia da anni il grande business che gira dietro le cure ormonali e le operazioni chirurgiche di cambiamento del sesso.

Senza contare che le persone che soffrono di disagi esistenziali, sessualmente confuse, alla ricerca della propria identità, servono a ingrossare le fila dei sudditi obbedienti, consumatori compulsivi, più facilmente manipolabili e governabili.

I commenti sono aperti anche a chi non è d’accordo con noi. Ma fuori da posizioni ideologiche,  usando ragione e buonsenso e soprattutto senza pretendere di negare il dato oggettivo reale.

Redazione

Fonte: LifeSitenews

 


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