24/11/2016

Transgender bambini: guai a chi vuole aiutarli!

Lo Stato del North Dakota insieme a diversi ospedali, università e cliniche, ha intentato una causa contro un regolamento federale che vorrebbe fosse obbligatorio eseguire le procedure di “cambiamento” di sesso sui bambini transgender, anche quando un medico dà parere contrario.

Anzi, ogni medico che osasse pronunciarsi contro la decisione del giovanissimo transgender rischia la denuncia e la perdita del lavoro.

Nessun medico dovrebbe essere costretto a eseguire una procedura che ritiene dannosa per il paziente, soprattutto se si tratta di  un bambino”, ha detto Lori Windham, consulente senior del Becket Fund per la libertà religiosa. “Le decisioni sulle cure da fare ai bambini dovrebbero essere condivise dalle famiglie e i dottori, non dettate da politici e burocrati del governo”.

Come abbiamo più volte spiegato, i professionisti seri sanno che il 90 per cento dei bambini transgender, cioè con disforia di genere risolve il problema di identificazione di sé naturalmente e non avrà mai bisogno di alcuna cura ormonale né di intervento chirurgico. Gli studi dimostrano invece che ci sono numerosi effetti collaterali negativi quando i bambini sono sottoposti a regimi ormonali, come ad esempio un aumento del rischio di malattie cardiache, diabete di tipo 2, e cancro al seno, alle ovaie e  alla prostata.

Questa normativa viola la libertà dei medici di esercitare la professione secondo coscienza.

Il  Becket Fund l’ha impugnata davanti alla corte distrettuale del North Dakota, insieme con le  Sisters of Mercy, l’ University of Mary, e il  SMP Health System, un sistema ospedaliero non-profit fondato da religiose e alcune altre cliniche ed associazioni di medici, citando in giudizio Sylvia Burwell, Segretario di Stato del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani e lo stesso Dipartimento che corrisponde al nostro ministero della Sanità, autore della normativa in questione.

Redazione

Fonte: Becketfund.org

 


#STOPuteroinaffittofirma e fai firmare qui la petizione 

contro l’inerzia delle autorità di fronte alla mercificazione delle donne e dei bambini

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.