17/03/2017

Transgender: madre e figlio decidono di “cambiare”, assieme

Essere transgender è bello, è giusto, è normale. Essere transgender, poi, in famiglia è ancora meglio: ci si può sostenere con amore nel delicato “passaggio” da un sesso all’altro (sic!).

Ecco, in estrema sintesi, quello che vorrebbero farci credere i mass media, ovviamente facendo leva su un caso effettivamente accaduto: mamma Erica e il figlio Corey Maison, originari di Detroit in Michigan, sono “diventati” papà e figlia. Assieme, aiutandosi, come in tutte le famiglie che si rispettino.

Riporta l’Ansa: «A parlare della loro vicenda è il New York Post, scrivendo che è stata Corey a dare forza alla madre e a farle prendere consapevolezza della propria sessualità. La giovane, 15 anni, si è resa conto di sentirsi donna quattro anni fa e solo l’anno scorso ha appreso che anche la madre aveva problemi di identità di genere».

La conclusione della vicenda è che ora mamma Erica si fa chiamare Eric e dice di non avere più un figlio, bensì una figlia. In tutto questo, non si può dimenticare il marito della “fu” Erica e padre di un bel maschietto; secondo le dichiarazioni l’uomo avrebbe accettato tutto serenamente, anche se non può che far riflettere il fatto che continui a parlare della moglie al femminile: «Mi sono innamorato di una persona – ha infatti detto – una bella donna sia dentro che fuori». Come dire: lapsus in fabula...

La realtà è che questo caso della famiglia transgender sembra la saga del ridicolo, benché vogliano farla passare come la normalità. Una apparente normalità che viene rincorsa utilizzando le ormai note “finestre di Overton”, ma che trova nel fatto che serva un intervento medico, o addirittura medico-chirurgico, una sorta di freno. E per fortuna che è così: quanto ci vanno raccontando, infatti, sono tutte bugie in salsa transgender, che fanno molto male a chi le mette in atto, ma di riflesso a tutta la società.

La verità è solamente una: si nasce con cromosomi XX o XY, e tali si rimane. Non è possibile cambiare sesso, se proprio ci si traveste e ci si imbottisce d’ormoni, o si tolgono o aggiungono parti del corpo. Ma la realtà rimane la stessa che ci è stata assegnata nel momento del concepimento.

Chi dice di aiutare i transgender dovrebbe partire dal dato di realtà, non dall’ideologia. E questo ancora più quando si parla di bambini, che non vanno assolutamente aiutati nel processo di “transizione”, che risponde a una percezione soggettiva e fluida della propria identità sessuale. Di questo passo, dove arriveremo?

Le persone che si dicono transgender vanno aiutate: gli psichiatri americani, non a caso, hanno mantenuto questo disturbo nell’elenco delle malattie mentali. Non nascondiamo la testa sotto la sabbia, non facciamo finta che vada tutto bene. Casi come quello di Erica e Corey non sono la normalità e non vanno dunque accettati come tali.

Teresa Moro


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