29/07/2017

Transgender soldati? Per Trump meglio di no

L’Ansa qualche giorno fa scriveva che Trump ha decretato un’inversione di rotta rispetto ad Obama, decidendo che i transgender non potranno servire nelle forze armate americane.

“Dopo consultazioni con i miei generali ed esperti militari, informo che il governo degli Stati Uniti non accettera’ o consentira’... ad individui transgender di servire, in qualsivoglia ruolo, nelle forze armate degli Stati Uniti”, ha scritto Trump in una serie di tweet. “I nostri militari devono concentrarsi su decisive e schiaccianti vittorie e non possono essere oberati dai tremendi costi medici e disagi che comporta avere transgender nelle forze armate. Grazie”.

La cosa ovviamente ha fatto inalberare gli attivisti LGBTQIA(...) e la loro Gaystapo. Un ex transgender, quindi una persona che se ne intende, invece, ha pubblicamente plaudito alla decisione del Presidente USA, nell’interesse dei transgender stessi, oltre che delle forze armate statunitensi.

I nostri Lettori sanno bene chi è Walt Heyer. Un uomo che ha vissuto per 8 anni da donna, con il necessario intervento chirurgico, che poi si è reso conto di essere stato vittima di un crudele inganno e si è ri-operato per riacquistare le sembianze naturale, da uomo: da allora sono 12 anni che si dedica alle persone con disforia di genere e soprattutto a quei transgender che si trovino in crisi nonostante l’operazione.

Heyer scrive, a proposito dei militari, che la chirurgia plastica e la cura ormonale per il cambio di sesso è devastante per la forma fisica, la prontezza e il morale di chi deve fare il soldato.

La disforia di genere si sviluppa da ansia e depressione prolungata: non ci si nasce in quel modo.

I soldati, per il lavoro – spesso ingrato, violento – che devono svolgere  devono essere psicologicamente ed  emotivamente sani. Oltretutto sappiamo bene quanto la psiche dei reduci possa risultare di per sé danneggiata: non è proprio il caso di accumulare lo stress post traumatico del reduce sullo stress di chi soffre di disforia (e continua a soffrire anche dopo il cambiamento di sesso!)

Le operazioni chirurgiche e i trattamenti ormonali costano sui 130.000 dollari e richiedono mesi – a volte anni – per completare la apparente transizione. I medici, interessati e ideologizzati, continuano a raccomandare questo “trattamento” radicale in assenza di prove scientifiche che le persone risolvono i loro problemi psichici nel lungo termine: quasi la metà dei transgender tenta il suicidio, dopo l’operazione.

Redazione


AGISCI ANCHE TU, FIRMA LA NOSTRA PETIZIONE: NO all’eutanasia! NO alle DAT!

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.