04/06/2017

Trump: giugno non sarà il mese dell’orgoglio LGBT

Donald Trump rompe nuovamente con una tradizione inaugurata dall’amministrazione Obama: non proclama giugno come mese dell’orgoglio LGBT.

Appena insediatosi, come avevamo prontamente notato, fece rimuovere dal sito ufficiale della Casa Bianca la sezione dedicata ai “diritti” della comunità LGBT.

Ora invece si rifiuta di dare l’appoggio istituzionale alle celebrazioni che i movimenti omosessuali e transgender svolgono in questo mese.

Ovviamente la lobby arcobaleno protesta duramente, parla di regresso politico-sociale e accusa Trump di intolleranza e discriminazione. Le solite critiche ormai trite e ritrite. E che non tengono in conto l’esistenza di una parte consistente (ma silenziata) del mondo omosessuale che invece approva la scelta del presidente, semplicemente in quanto non sopporta una discriminazione al contrario né di essere considerato un mondo a parte, “più uguale” degli altri.

Si tratta evidentemente di un altro segnale in controtendenza rispetto al totalitarismo LGBT imperante in tutto il mondo e da salutare con soddisfazione. Anche perché non si capisce bene per quale motivo, soprattutto ora che il cosiddetto matrimonio gay è stato introdotto negli Stati Uniti, si dovrebbe dedicare un mese all’orgoglio omosessuale e transgender. Orgoglio di cosa? Di un “normale” (come sostengono gli attivisti LGBT) orientamento sessuale? Non è piuttosto un subdolo tentativo di imposizione della dittatura arcobaleno e dei suoi dogmi?

Ad ogni modo, nonostante il gesto di Trump, sua figlia Ivanka ha lanciato un tweet a sostegno del “mese dell’orgoglio LGBT”. Sia lei sia suo marito Jared Kushner infatti sono strenui sostenitori tanto del “matrimonio” tra omosessuali quanto, più in generale, dell’agenda omosessualista. Ed essendo i consiglieri più fidati e influenti di Trump, la loro azione rischia seriamente – lo abbiamo visto in altri ambiti – di depotenziare e trasbordare il programma politico dell’attuale amministrazione repubblicana. Alcune nomine e alcuni provvedimenti già presi da Trump sembrano proprio contraddire l’attuale scelta di non prestare attenzione ai diktat della lobby LGBT.

Insomma, la battaglia continua. Per questo i buoni devono far sentire sempre più e sempre meglio la loro voce...

Redazione

Fonte: LifeSiteNews


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