25/02/2018

Trump: i “diritti sessuali e riproduttivi” non sono “diritti umani”

L’amministrazione Trump non intende  promuovere nel mondo  l’uccisione dei bambini non nati, a richiesta, come “diritto” di una donna.

L’amministrazione Trump vuol dare priorità ai veri i diritti umani nel mondo, e rimuove i riferimenti ai cosiddetti “diritti sessuali e riproduttivi” e cioè al diritto all’aborto, dall’importante rapporto  ufficiale del governo in materia.

Un anonimo funzionario del Dipartimento di Stato se ne è lamentato scrivendo ad un giornale che « i diritti riproduttivi delle donne non sono una priorità per questa amministrazione, e che se questi vengono violati non è un caso da sollevare e su cui intervenire».

I riferimenti ai  “diritti riproduttivi e alle discriminazioni” delle donne sono stati cancellati  dal rapporto globale sui diritti umani. E il  titolo di una sezione sarà cambiato da “Diritti riproduttivi” a “Coercizione nel controllo della popolazione“.

Heather Nauert, portavoce del dipartimento di Stato, ha obiettato alle critiche dicendo che il dipartimento non vuole sminuire le donne né trascurare le questioni femminili: piuttosto, si concentrerà  sul porre fine al più “eclatante” degli abusi contro i diritti umani delle donne e delle famiglie in tutto il mondo: l’aborto.

I richiedenti asilo provenienti da paesi come la Cina, ad esempio, hanno applaudito  al rapporto sostiene  la loro causa contro la sterilizzazione forzata  e  l’aborto coatto che la dittatura del PCC impone da 40 anni.

L’amministrazione Trump, invece, intende perseguire  politiche che proteggono sia le donne che i loro bambini non ancora nati.  Ad esempio, Trump ha ripristinato e ampliato la Politica di Città del Messico , che proibisce i finanziamenti dei contribuenti a gruppi che promuovono o forniscono l’aborto nel mondo.

Solo quattro (tra cui la Planned Parenthood Federation e Marie Stopes International) delle oltre 700 associazioni  che forniscono aiuti ai paesi poveri si sono rifiutate di soddisfare il nuovo requisito e hanno perduto il finanzamento: le altre 696 continuano a servire le persone bisognose in tutti i paesi del mondo.

Redazione

Fonte: LifeNews

 


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