15/06/2018

Tua figlia è brutta: era meglio l’aborto

Helianny è una bimba di tre anni con evidenti deformazioni facciali, ma pur sempre una bambina. Abbiamo parlato di lei in un articolo sul “lookismo”, termine che indica le ingiuste discriminazioni verso gli “esteticamente sfortunati”.

Quelle che, però, sono state mosse contro Helianny non si limitavano ad essere gravi discriminazioni o pesanti prese in giro: Helianny, secondo alcuni, non sarebbe proprio dovuta nascere, non meritava di vivere, andava eliminata con l’aborto.

LifeNews ci racconta la sua storia. Mentre sua madre, Soleannys Lugo, del Venezuela, era ancora incinta, i medici scoprirono che la piccola aveva l’idrocefalo e numerose deformità al cervello, agli occhi, al naso, alla bocca, ai piedi e alle dita.

Immaginiamo cosa possano aver proposto i medici alla madre, perché la cultura dello scarto ormai impera. Del resto, quando si parla (a volte decisamente a sproposito) di discriminazioni tutti si ergono a difensori dei discriminati, ma non quando è l’ aborto a discriminare.

Eh già, questa parola, che dovrebbe far tremare anche la terra su cui camminiamo, passa ormai inosservata, come se si trattasse di una prassi burocratica, da eseguire nel caso in cui il “prodotto del concepimento” (la parola “bambino” la usano il meno possibile) presenti delle caratteristiche indesiderate. Ma la scienza afferma che, senza dubbio, dal concepimento si ha un nuovo individuo, un nuovo essere umano.

E se, dunque, fin ora abbiamo più volte denunciato l’aborto eugenetico di bambini con disabilità, anche quando sono perfettamente sanabili, ora dobbiamo prendere atto che c’è anche chi propone l’aborto per la semplice “bruttezza”.

Decenni fa la filosofa e storica Hannah Arendt identificava la «banalità del male» con l’estrema naturalezza con cui il regime nazista distruggeva le vite umane, ritenendosi giustificato nel farlo. Oggi c’è chi, allo stesso modo, ritiene, con disarmante facilità, che la pena adatta da scontare per la sola “bruttezza”, come fosse un crimine, debba essere la morte, la morte di una bambina.

Nonostante le critiche, anche dei parenti, i genitori della piccola non si sono piegati all’aborto. Ora, felici anche nelle difficoltà, affermano di non essere pentiti di aver fatto nascere Helianny, e che lo rifarebbero mille volte.

Redazione

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