24/04/2018

UE: impera il totalitarismo dall’ideologia pro morte

Una sentenza di ieri, della Corte di giustizia dell’UE, esonera la  Commissione europea dal dar seguito alla richiesta  di legge di iniziativa popolare fatta da due milioni di cittadini (secondo le regole del Trattato)  denominata “Uno di noi”, a favore del riconoscimento dell’umanità dell’embrione e del taglio al finanziamento da parte dell’UE per le ricerche sugli embrioni e per l’aborto nei paesi terzi.

La Commissione, quindi, secondo la Corte, ha una discrezionalità pressoché illimitata nel considerare o meno le iniziative dei cittadini: ciò vuol dire che lo strumento della petizione popolare in Europa è solo un’ipocrita farsa della democrazia.

E se consideriamo che, dopo 60 anni di “Europa unita”, ancora il potere legislativo NON appartiene effettivamente al Parlamento Europeo, eletto dal popolo, ma di fatto è monopolizzato dal Consiglio di Ministri, allora non ci sorprende affatto che la “democrazia” nell’UE sia solo forma e niente sostanza.

Non è solo  una sentenza contro la vita, quella che respinge il ricorso di  “Uno di noi” .

La sentenza della Corte UE ha un significato politico molto più ampio: le istituzioni europee non prendono in considerazione la volontà democratica dei cittadini quando questi usano gli strumenti previsti dal trattato UE: il totalitarismo dilaga laddove dilaga la cultura della morte (mutatis mutandis stesso spirito antidemocratico che si è respirato a Roma in occasione della censura del nostro maxi manifesto, e – peggio – quello che si respira in Inghilterra con la violazione del diritto dei genitori di Alfie, Charlie e Isaiah, a curare il proprio bambino ...).

Mary Stopes International e la International Planned Parenthood Federation, invece , i diritti ce li hanno tutti tutti tutti: sono state entrambe riconosciute come consulenti   in un processo in cui sono coinvolte come parti in causa – in quanto fornitori di aborto – con un palese  conflitto di interessi.

Nella sostanza, poi, la Corte ha accettato le motivazioni della Commissione che  sono intrise di ideologia mortifera: quell’ideologia abortista e anti umana che acceca la ragione e piega anche la “scienza” a conclusioni del tutto anti scientifiche.

La prima grande falsità ribadita dalle istituzioni UE è che la ricerca sulle cellule staminali (embrionali) possa servire al trattamento di malattie attualmente incurabili: è sotto gli occhi di tutti (di tutti quelli che vogliono vedere) che con le staminali embrionali finora non si è salvata neanche una vita. Non si è ottenuto niente. Invece, la ricerca che funziona, produce e salva vite è quella sulle staminali adulte (senza smembrare bambini allo stato embrionale).

La seconda grande falsità è che l’aborto nei paesi in via di sviluppo  (che per la Commissione e la Corte l’UE deve continuare a finanziare) serva a scongiurare la mortalità materna: non c’è  collegamento  tra  l’aborto legale  e una minore  mortalità materna. Anzi. Nei paesi dove l’aborto è illegale o è fortemente limitato la mortalità materna è notevolmente più bassa (per chi capisce un po’ lo spagnolo, vale la pena ascoltare questa conferenza del prof. Koch: i dati sono del 2013, ma sono talmente probanti che bisogna conoscerli e tenerne conto).

Ma insomma, non ci stupisce la deriva mortifera delle istituzioni europee , né il fatto che essa sia intrisa di totalitarismo e di menzogna: la cultura della morte è ovviamente contro la vita.

Ma è la vita che si accompagna con la verità e la verità serve alla libertà...

Redazione

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