02/08/2017

Un altro Charlie, in USA, si chiama Russell, detto Bubby

Lo sappiamo che la triste e tragica storia di Charlie non è un caso isolato. Abbiamo visto che tante sono le vittime attuali o potenziali della mentalità eugenetica e utilitarista in cui viviamo.

Per non parlare, poi, degli adulti e degli anziani che finiscono ammazzati “per amore”, anche contro la loro volontà, una volta che l’eutanasia riesce a entrare nell’ordinamento legale di Paesi “civili e democratici”.

Abbiamo visto che c’è Alfie, a Liverpool, cui hanno minacciato di staccare i supporti vitali; ora apprendiamo da LifeNews che c’è una famiglia nel Michigan, in USA, che  sta combattendo per la cura del loro bambino malato di una malattia simile a quella di Charlie Gard.

Russell Cruzan III, detto Bubby, ha 4 mesi.

Michelle, la madre di Russell, ha detto che suo figlio ha cominciato ad avere problemi di salute nel mese di giugno, ma i medici inizialmente non capivano cosa avesse. “Perché non mangia? Perché non cresce?”, chiedevano i genitori. La risposta è arrivata dopo un test renale: sindrome da esaurimento del DNA mitocondriale 13.

I dottori hanno dato a Russell poche possibilità di sopravvivenza e hanno chiesto ai suoi genitori se volevano lasciarlo morire: tanto che campa a fare?

Ormai, la vita breve non è considerata più vita. E’ evidente.

Anche i genitori di Bubby, come quelli di Charlie, hanno detto no: “Vogliamo combattere “.

Per sottoporsi a un trattamento sperimentale a Boston, la loro assicurazione non coprirà tutte le spese, quindi anche loro stanno raccogliendo denaro attraverso una pagina di crowd-funding.

Ora che il povero Charlie ha sollevato la questione, i casi come questo di Russell riceveranno l’attenzione dei media.

Ma per quanto? E a che cosa servirà se la  nostra “civiltà” continuerà ad accettare che Paesi come l’Olanda eseguano normalmente l’eutanasia infantile, attraverso il “Protocollo di Groningen” (che non è affatto vero che riguardi solo casi estremi: in Olanda si pratica da tempo l’aborto post nascita, e anche in Canada si stanno attrezzando: aborto post nascita o pre nascita, che differenza fa?)

E che ne sarà dell’Italia, se passa il ddl sulle DAT a settembre?

Dobbiamo porre un freno alla mentalità eutanasica dilagante, altrimenti il piccolo Charlie sarà morto invano.

Redazione


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