30/06/2016

Un carnefice è omosessuale? Nessuno deve saperlo

Lo stragista di Orlando era omosessuale e forse il suo gesto non è stato dettato da omofobia islamica, ma era semplice vendetta: non lo sapremo mai.

Le persone sono buone e cattive. Quindi è ovvio che anche una persona omosessuale possa essere buona o cattiva.  Però, quando capita che un cattivo è omosessuale, questo non si deve dire in giro. Non si deve sapere.

I 45 martiri ugandesi, vittime della perfida follia del despota Mwanga II, non sono mai stati tanto celebrati dai media di regime, in nessun Paese occidentale. Neanche dai media cattolici.

Vittime scomode.

Anche se il loro coraggio di fronte alla morte certa e orribile è stato esemplare, la ragione per la quale questi giovani martiri, tutti maschi,  sono stati bruciati vivi dal re Mwanga II, il 3 giugno di 191 anni fa, è caduta dietro un velo di silenzio.

Quando Papa Francesco, a gennaio, ha celebrato la Messa in cui ha ricordato i 22 fra essi che sono stati santificati dalla Chiesa cattolica (gli altri 23, erano anglicani) i media  – anche cristiani – hanno incredibilmente glissato sui motivi del loro martirio.

Mwanga, infatti, era omosessuale e i giovani martiri sono stati bruciati vivi per aver respinto, nel nome di Cristo, le sue avances.

Quest’anno in occasione dell’anniversario dei martiri ugandesi,  l’attuale presidente ugandese Yoweri Museveni ha incoraggiato gli anglicani a costruire un santuario per i loro martiri, analogo a quello dei cattolici. Anche in questa occasione nessuno ha parlato del perché i ragazzi siano stati costretti a una estenuante marcia forzata di 8 miglia (qualcuno dice 27!). Nessuno dice perché Charles Lwanga sia stato avvolto strettamente in una stuoia di canna,con un giogo  appeso al collo, e gettato su una pira ardente. Schernendo i suoi carnefici, Charles si dice che abbia gridato: “Mi state bruciando, ma è come se mi steste versando acqua sul  corpo!'”. Prima di morire ha gridato:‘Katonda,‘ cioè  ‘Mio Dio‘. Dopo di lui gli altri ragazzi hanno subito impavidi la stessa sorte.

E’ solo un esempio. E’ ormai costume inveterato di tutti media occidentali, anche quelli cattolici:  quando riportano la cronaca degli episodi di violenza, se  l’autore del crimine è omosessuale, sistematicamente lo omettono: auto-censura, taboo.

Il problema è che ormai si è diffuso il timore di dire tutta la verità perché non c’è peggio che essere accusati di omofobia: c’è un’aura intangibile di sacralità intorno a tutto ciò che è omosessuale. Guai a macchiarne la “purezza”.

Redazione

Fonte: LifeSiteNews


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