05/07/2013

Una diagnosi infausta superata con la solidarietà

Aaron e Erin Ruskamp avevano pensato di festeggiare la notizia che stavano aspettando il loro terzo figlio. Genitori già di due ragazzi, erano eccitati all’aver appreso che sarebbero stati benedetti con un terzo bambino.
Ma la gioia è diventata dolore quando un’ecografia ha mostrato che il loro terzo figlio soffriva di anencefalia e sarebbe morto poco dopo la nascita.
“Ho letto in internet commenti terribili: questi bambini – il mio bambino – sono chiamati “mostri” e bambini “mutanti”. Ho singhiozzato nel cuscino tutta la notte. Volevo tenere il mio bambino, ma ero così spaventata da che cosa sarebbe stato…” ha scritto Erin nel suo blog.
Dopo molte notti insonni e bagnate di lacrime Erin e suo marito hanno deciso di far ridiventare il dolore gioia, hanno deciso di dare vita a “100 miglia per Jude” – un gruppo Facebook per festeggiare Jude, anche se non avrebbe potuto vivere.
Gli iscritti al gruppo  hanno ricevuto delle t-shirt blu stampate. Persone da ogni parte sono state invitate a camminare, andare in bici, correre o pattinare in onore di Jude, registrando le miglia lungo il percorso.
La coppia ha spiegato a Kyson e Gavin, i loro due figli, che “Jude non è forte abbastanza per vivere fuori dalla pancia della mamma”. Desiderosi di condividere il loro amore fraterno, i piccoli hanno allora registrato messaggi per Jude e hanno messo le registrazioni dentro pupazzetti di peluche che hanno fatto per lui. Kyson ha realizzato a scuola un regalo per Jude. Ogni sera prima di andare a dormire, Gavin da al suo fratellino un bacio, attraverso la pancia della mamma.
La squadra di T-ball di Kyson ha ora la scritta “giocando per Jude” sulle divise.
Molte volte, la gioia e l’amore oltrepassano il dolore di quello che succederà a settembre, quando Jude sarà nato.
“Parleremo di lui” ha detto Erin.”Non voglio che nessuno lo dimentichi o pensi che fosse meno degli altri nostri due bambini. Mio figlio non è un errore. E’ Jude Ruskamp”.

Traduzione a cura di Antonio Romano

Clicca qui per leggere l’articolo originale pubblicato da LifeNews in lingua inglese

di Steven Ertelt

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