24/11/2013

Una federazione europea dalla parte della vita

Cracovia, da giovedì a domenica della scorsa settimana: i coordinatori nazionali dell’iniziativa popolare europea «Uno di noi» si incontrano per fare festa. La petizione ha raggiunto quasi due milioni di firme, il doppio di quelle necessarie, e il minimo richiesto dalla Ue in ben 20 Paesi (il triplo di quanto richiesto). Un successo inaspettato pure per gli organizzatori. È così che i movimenti per la vita dei 28 Paesi Ue uniscono l’Europa, e la convinzione di essere stati testimoni di un’impresa dal profondo significato spinge ora a creare una federazione europea per la vita. Gregor Puppinck, portavoce del comitato dei cittadini verso la Commissione europea, dichiara che «quello che siamo riusciti a raggiungere è un miracolo». Così l’assemblea generale di «Uno di noi» riunita nell’antica città polacca ha gettato le basi per una vera e propria rete continentale. Nella «Dichiarazione» finale votata dall’assemblea sono stati confermati gli organismi costitutivi: l’assemblea generale formata dai rappresentanti dei 28 Stati membri, i coordinatori nazionali, la coordinatrice esecutiva, la spagnola Ana del Pino, il comitato esecutivo composto da Carlo Casini, Jaime Mayour Oreja, Pablo Siegrist, Michele Trotta, Jakub Baltroszewicz ed Edit Frivaldszky. Il lavoro di preparazione per la neonata federazione (statuto, struttura, équipe) e la responsabilità delle comunicazioni è stato affidato al comitato esecutivo, che a breve si troverà per definire un piano di azione.

Perché una «federazione per la vita»?
Anzitutto non bisogna disperdere la rete pro-vita nata spontaneamente in questi mesi di raccolta firme grazie al lavoro dell’ufficio di coordinamento europeo e ai comitati nazionali. Inoltre ancora non esiste alcuna federazione per la vita europea. Infine, in questo lavoro per promuovere la vita umana si è scoperta una nuova unità europea forte, capace di creare ponti ecumenici e integrazione tra le nazioni. La federazione «One of us» (Uno di noi) ha come fine prima di tutto mantenere e migliorare la rete tra le realtà pro-vita, che anche nella loro diversità sono enti sociali, assistenziali, culturali che si fondano sul volontariato. La federazione vuole mettersi al servizio di queste realtà, con varie proposte.
Allo stesso tempo intende rappresentare le associazioni a difesa della persona umana in particolare nelle sue fasi più delicate (inizio vita, maternità, malattia, handicap, anzianità, fine vita), diventando l’interlocutore delle istituzioni europee per intervenire concretamente nelle politiche comunitarie che riguardano questi temi.
Indispensabile anche un incisivo ruolo culturale in Europa, per giocare attivamente il quale è già stata creata una prima équipe scientifica, protagonisti Gian Luigi Gigli, Massimo Gandolfini, Pino Noia e Monica Lopez Barahona, con l’obiettivo di creare consiglio scientifico europeo.
Questo gruppo di lavoro, già in fase di allargamento, sta preparando una Dichiarazione scientifica a sostegno di «Uno di noi». All’orizzonte infatti c’è la pubblica udienza del comitato promotore della petizione popolare davanti alle istituzioni Ue (Commissione e Parlamento) prevedibilmente in calendario per il prossimo febbraio. Gli organizzatori sottolineano che la federazione non vuole assumere alcun ruolo politico ma intende influire sulle politiche europee. La coordinatrice esecutiva di «Uno di noi, l’avvocato Ana del Pino, precisa che si è chiusa solo la prima fase dell’iniziativa, cioè la raccolta delle firme, ma ora si apre ora la seconda, mirata alla preparazione dell’udienza alla luce della quale le istituzioni dell’Unione saranno chiamate a decidere cosa fare della proposta legislativa contenuta in Uno di noi.
Per questo il primo giorno del congresso di Cracovia, svoltosi presso il santuario della Divina misericordia, è stato interamente dedicato alla preparazione del decisivo incontro con le autorità di Bruxelles e Strasburgo. Puppinck ha sottolineato che è la prima volta nella storia che i movimenti per la vita europei si riuniscono insieme: «Possiamo raggiungere un successo legislativo, possiamo modificare la legge – ha detto –. Abbiamo molte aspettative nei confronti di Commissione e Parlamento, speriamo che la composizione del nuovo Europarlamento uscito dalle elezioni della primavera prossima sarà più favorevole alle nostre iniziative».
Secondo Ana del Pino «con oltre un milione e 800mila firme siamo la prima iniziativa dei cittadini europei a raccogliere un così alto numero di adesioni, e in così tanti Paesi. È una vittoria degli europei che difendono i diritti umani e principalmente il diritto alla vita». Un successo, e ora anche una grande responsabilità.

di Elisabetta Pittino

Festini

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