Si era già parlato, su queste pagine, dei rifiuti da parte di ‘genitori’ che si sono avvalsi della tecnica del cosiddetto utero in affitto per realizzare i propri desideri pseudo-procreativi in vari articoli tra cui questo e questo.
Si era pure parlato dell’evoluzione di questa ‘tecnica’ abominevole che, sempre in Thailandia, aveva fatto scoprire una vera e propria “Fabbrica di Bambini”.
Le notizie inquietanti però non arrivano solo dall’altra parte dell’oceano.
In Inghilterra una donna, dopo aver ottenuto due gemellini tramite l’utero di una madre che si era prestata a portare avanti la gestazione per la ‘contraente’ in cambio di 12.000 sterline (poco più di 16.000 euro), scopre che uno dei due bambini nati da parto gemellare ha una rara malattia genetica (la Distrofia Miotonica) e, allo stesso modo con cui si recede da un contratto per l’acquisto di un bene, si avvale della ‘facoltà di recesso’ prelevando esclusivamente il figlio sano e lasciando il bambino malato alla gestante.
La donna inglese che ha ‘acquistato’ l’uso dell’ utero dell’altra donna sembra aver dichiarato: “Non voglio un cavolfiore che si muove”.
Occorre sottolineare che anche la regolamentazione vigente in UK non ha impedito l’accadere di questa indecenza; in Italia in cui lo scontro di poteri dello Stato è sempre più acceso e in cui alcune regioni sembrano voler bruciare i tempi , l’utero in affitto è vietato da quel che resta della legge 40. Ma di fatto i giudici consentono la registrazione dei bambini così comprati all’estero. Chissà se anche le ricche coppie italiane hanno scartato la “merce ” difettosa.
Redazione
Fonte: Mirror.co.uk