15/02/2019

Venezuela, parla Giulietto Chiesa: «Diritti Lgbt priorità degli USA in America Latina»

Il Venezuela di Juan Guaidò diventerà la nuova punta di diamante per l’ideologia Lgbt, da cui, poi, puntare alla conquista dell’intera America Latina. In questo Paese, infatti, convergono gli interessi dell’amministrazione Trump, di stampo squisitamente petrolifero, e quelli delle lobbies arcobaleno, capitanate dai grandi giornali progressisti. A farne le spese saranno tanto la sicurezza dei lavoratori venezuelani, quanto, soprattutto, la pace in quest’area latino-americana dall’importanza strategica incalcolabile. A colloquio con Pro Vita, il giornalista e scrittore Giulietto Chiesa ha tracciato un’analisi dello scenario venezuelano, rimanendo fermo in una convinzione: siamo solo agli inizi di una guerra, le cui conseguenze potrebbero essere più gravi del previsto.

Chiesa, cosa sta succedendo in Venezuela?

«Non è una questione geopolitica, è una questione di carattere locale. La geopolitica c’entra solo perché il Venezuela è presumibilmente il più grande detentore di risorse petrolifere. Gli Stati Uniti vogliono impadronirsi delle risorse energetiche del Venezuela e lo stanno facendo alla loro solita maniera: imbastendo un colpo di Stato per abbattere i governi che eventualmente non sono d’accordo con le loro pretese. Con la salita al potere di Guaidò, gli americani contano di mettere mano sul 50% del gettito petrolifero americano. Già in passato gli Stati Uniti avevano tentato sei colpi di Stato in Venezuela, tutti falliti perché è accaduto qualcosa che evidentemente non avevano previsto: i popoli locali cominciano a scegliersi i loro leader. Pertanto, è iniziato un accerchiamento, con l’insorgere di Stati-satelliti degli Usa, come la Colombia e, più di recente, il Brasile, per fare in modo che la vita interna del Venezuela sia fortemente violata e condizionata. Poi gli si bloccano i conti esteri e si porta via l’oro. Infine si grida a gran voce che Maduro è un dittatore e affama il suo popolo. Vorrei vedere se facessero la stessa cosa all’Italia, come potremmo difenderci in questa situazione».

Quindi Guaidò è completamente asservito agli americani?

«Proprio oggi [14 febbraio, ndr], su Pandora TV abbiamo pubblicato un servizio in cui si ricorda che, nel 2005, Guaidò era studente a Belgrado, in uno dei centri della sovversione americana nel mondo. Con i soldi americani ha quindi creato un partito che rappresenta solo una piccola parte di tutta l’opposizione venezuelana. Dietro di lui, però, c’è l’amministrazione americana che lo foraggia. È evidente che in Venezuela si stanno preparando le truppe americane. L’esercito sta ancora dalla parte di Maduro, quindi l’America si sta preparando a intervenire. L’unica incognita per Washington è che i generali brasiliani non sono d’accordo nell’attaccare il Venezuela».

Nella sua ascesa al potere, già come leader di uno dei partiti d’opposizione, Guaidò, ha fatto eleggere i primi parlamentari venezuelani di orientamento Lgbt. A che gioco sta giocando l’America?

«Gli Lgbt sono diventati la nuova Bibbia della sinistra americana e Guaidò, che è al servizio di tutta l’élite americana, li mette in cima alle priorità del suo partito. Non sono importanti le condizioni di vita dei lavoratori venezuelani, non è importante il loro livello d’istruzione, non è importante la costruzione di ospedali che funzionino per tutti e non solo per i ricchi. È importante che siano rispettati i diritti degli Lgbt, che diventano priorità anche in Venezuela. Se un domani si decidesse che il Togo è diventato interessante per le iniziative americane, i diritti Lgbt verrebbero introdotti anche lì, così i togolesi si dimenticherebbero di essere dei miserabili, con un reddito di qualche dollaro al mese… È evidente che questa è la nuova ideologia del progressismo americano. Il “progresso” è Lgbt, quindi tutti devono adeguarsi a questi parametri. Si comincia dal Venezuela, cercando poi di introdurlo nel resto dell’America Latina. L’Africa è ancora un po’ indietro, allora, dopo aver conquistato l’Europa, si punta all’America Latina: questi sono i criteri della democrazia americana. Ragionando da lettore di Orwell, mi viene da dire che è una vera comica orwelliana».

Eppure sia Trump che Bolsonaro, nei rispettivi Paesi, stanno apertamente contrastando l’ideologia Lgbt

«È vero ma negli Stati Uniti la confusione e i contrasti politici interni sono così grandi che le carte in tavola si mescolano. L’amministrazione Trump è funzionale ai petrolieri e alla penetrazione economica ma poi ci sono il New York Times e il Washington Post che sono invece gli alfieri degli Lgbt, quindi chiedono anche loro di avere una presenza nella “rivoluzione” venezuelana. Attenzione però: non stiamo discutendo solamente di preferenze sessuali, il problema è che in Venezuela si combatterà, scorrerà il sangue e vi saranno gravi complicazioni anche in termini di spesa umanitaria. Quindi vediamo come andrà a finire. Io sono convinto che ci sarà la guerra e sarà una guerra molto difficile per gli Stati Uniti. Questa è la crudezza dei fatti, il resto sono chiacchiere ideologiche di secondo piano».

Luca Marcolivio

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