03/04/2016

Vita piccola e fragile, ma tenace, vince sul pessimismo

E’ Lifesitenews a raccontarci di questo ennesimo miracolo della Vita.

Una bambina nata alla 23esima settimana, in Irlanda del Nord, torna a casa con la mamma.

Fionnuala McArdle era solo alla 23esima settimana di gravidanza, quando sua figlia è venuta alla luce il 9 ottobre dello scorso anno.

Appena nata la piccola Meabh (che significa “causa di grande gioia”) pesava meno di mezzo chilo (480g) e i medici del reparto neonatale del Royal Maternity Hospital (Irlanda del Nord) le avevano dato una possibilità di sopravvivenza tra lo 0 e l’1%.

Ma Meabh ha dimostrato di essere una vera combattente: negli ultimi cinque mesi ha subìto quattro operazioni, tra cui un intervento al cuore e due agli occhi; con l’aiuto dei medici e l’amore della sua mamma il suo piccolo corpo ha iniziato a riprendersi e la scorsa settimana è stata dimessa dall’ospedale!

Certamente, la piccola ha una strada in salita da percorrere: ha ancora bisogno di ossigeno, viene alimentata con un tubo e forse avrà problemi di salute da adulta.
Ma giustamente la sua mamma gioisce per il solo fatto che sia viva e che dopo cinque mesi di ospedale se la sia potuta portare a casa!

La storia di Meabh, che già di per sé ha dell’incredibile, lo è ancor di più se si considera che nel Regno Unito l’aborto è legale fino a 24 settimane di gravidanza: il che significa che secondo la legge inglese i bambini come Meabh possono essere uccisi senza problemi.
Di fronte a questa orribile realtà una domanda sorge spontanea: coloro che continuano a minimizzare l’aborto con la frase “tanto è solo un grumo di cellule” cosa hanno da dire al riguardo? Anche i bambini come Meabh sono grumi di cellule?

Intendiamoci, l’aborto è un omicidio a qualunque stadio venga praticato. Ma nella battaglia contro questo abominio, è importante anche sottolineare che più la gravidanza è avanzata e più il bambino subisce atroci sofferenze durante l’aborto.

Per questo anche notizie come quella delle legge approvata nell’Utah che impone l’anestesia negli aborti tardivi bisogna considerarla come un piccolo passo in avanti nella battaglia della difesa dei più deboli.

Laura Bencetti

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