25/09/2018

Vittoria della vita nelle isole Hawaii

La vita nascente vale più del presunto diritto all’aborto. Così è stato deciso nelle isole Hawaii, dove qualche giorno fa è stata cancellata una legge che obbligava i medici pro-vita e i centri di gravidanza, anche se legati alla Chiesa, di – scrive la CNA – «informare i clienti sui programmi statali che offrivano gratuitamente o a basso costo “servizi di pianificazione familiare completi”, incluso l’aborto».

Questo importante cambiamento è stato naturalmente accolto con favore dal fronte pro-vita.

Derald Skinner, pastore di Calvary Chapel Pearl Harbor e presidente di “A Place for Women in Waipio”, ha dichiarato in un comunicato stampa: «Siamo grati che lo Stato abbia tirato indietro il suo attacco incostituzionale al nostro ministero [per la vita, ndR]. Le nostre porte rimangono aperte e continuiamo a offrire amore, cura e compassione per tutte le donne e i loro piccoli bambini, preziosi per la nostra comunità».

Infatti, dietro tutto questo c’è un equivoco di fondo tanto grossolano, quanto diffuso: l’idea che aiutare le donne ad abortire sia un atto di carità, un segno del progresso, nel nome del “diritto”. Invece è vero piuttosto il contrario: il primo diritto fondamentale, da tutelarsi sia per la madre sia per il nascituro, è il quello alla vita.

Questo significa che il bambino nel grembo non ha colpa alcuna per il fatto di “esserci” e che è portatore di una dignità pari a quella di qualsivoglia altro essere umano. Ma significa altresì che va tutelata anche la madre, sia dal punto di vista fisico, sia psicologico: l’aborto è infatti una falsa soluzione. Una soluzione che non cancella il fatto che una donna è diventata madre, come la sua psiche sa, e che potrebbe portarla a sviluppare – presto o tardi – la sindrome post-aborto. E una soluzione che incide sulla salute della donna: anche in questo caso, infatti, il corpo della donna si era preparato a vivere la gravidanza e il fatto di interromperla in maniera brusca e innaturale comporta conseguenze importanti, a breve e lungo termine (si veda a questo proposito la petizione lanciata da Pro Vita affinché le donne siano maggiormente informate).

La vita conosce solo le leggi della vita. Quelle imposte dallo Stato, che vanno in direzione contraria, non contano e portano solamente dolore: le isole Hawaii sembrano aver fatto un passo in questa direzione.

Teresa Moro

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