06/09/2017

A Dio, Cardinale Carlo Caffarra!

È morto improvvisamente questa mattina il cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna dal 2003 al 2015.

In gioventù, oltre a curare le anime in parrocchia, insegnava teologia morale nei Seminari di Parma e Fidenza e poi alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano e al dipartimento di scienze religiose dell’Università Cattolica di Milano. Molto amico di don Giussani e di don Divo Barsotti, ha insegnato anche etica medica alla facoltà di medicina e chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma.

Nel 1981 aveva fondato il Pontificio Istituto “Giovanni Paolo II” per studi su matrimonio e famiglia. E della famiglia, a immagine e somiglianza di Dio Creatore è sempre stato in modo aperto, franco e sereno, uno strenuo difensore.

Con i cardinali Walter Brandmüller, Raymond L. Burke e Joachim Meisner (venuto a mancare due mesi fa), Caffarra aveva firmato i “dubia” che chiedevano a papa Francesco di chiarire alcuni punti controversi (a proposito dell’indissolubilità del matrimonio e della Comunione a chi non è sposato in Chiesa) dell’esortazione apostolica Amoris Laetitia. Aveva dichiarato: «Solo un cieco può negare che nella Chiesa esiste una grande confusione, incertezza, insicurezza causate da alcuni paragrafi di Amoris Laetitia».

Quando è stato ucciso il piccolo Charlie Gard, Caffarra ha detto a Il Giornale (30 giugno 2017): «Siamo arrivati al capolinea della cultura della morte. Sono le istituzioni pubbliche, i tribunali, a decidere se un bambino ha o non ha il diritto di vivere. Anche contro la volontà dei genitori. Abbiamo toccato il fondo delle barbarie.

Siamo figli delle istituzioni, e dobbiamo la vita ad esse? Povero Occidente: ha rifiutato Dio e la sua paternità e si ritrova affidato alla burocrazia! L’angelo di Charlie vede sempre il volto del Padre. Fermatevi, in nome di Dio. Altrimenti vi dico con Gesù: “Sarebbe meglio che vi legaste al collo una macina da mulino e vi gettaste nel più profondo del mare”».

Grazie, Sua Eminenza, per essere stato nostro Pastore per 56 anni (era stato ordinato nel ’61). Adesso potrà curarci “più da vicino”, Lassù, con la Chiesa Trionfante.

Addio. Cioè, a Dio!

ProVita Onlus


 

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