30/01/2013

“Aborti anche a 15 anni” Fenomeno in aumento

La presidentessa del Cav (Centro aiuto alla vita) di Alzano, Loretta Moretti, parla della delicata situazione che prova a gestire con la sua associazione: “Ci sono donne che hanno fatto anche 8 aborti”

Un nuovo dramma sociale ed un nuovo campanello d’allarme: nella provincia di Bergamo e in particolare nella zona della val Seriana il numero di aborti è in costante aumento. “Sempre più donne e ragazze assumono pillole per abortire a ritmi impressionanti, quasi fossero degli anticoncezionali”. L’allarme arriva da Loretta Moretti, presidente dell’associazione “Centro Aiuto alla Vita” di Alzano Lombardo, che dal 1988 opera nell’area seriana con 15 volontarie, ogni giorno alle prese con i problemi delle donne”Il nostro impegno è quello di intercettare ragazze e donne in fase di gravidanza, anticipando quella che può essere la loro decisione di abortire – spiega – ma il problema è in costante aumento”.

Solo nel 2012, infatti, l’associazione si è occupata di 195 donne di età compresa tra i 15 ed i 35 anni, registrando anche un aumento di minorenni. “Abbiamo avuto cinque casi di ragazze d’età compresa fra i 15 e 16 anni, due delle quali non erano state accettate dalle famiglie in seguito al concepimento”.

Una situazione difficile, che vede donne accumulare anche aborti su aborti. “Ci sono casi singoli che hanno alle spalle anche 7 o 8 aborti, mi chiedo come sia possibile una situazione tale con tutta la prevenzione e le campagne di sensibilizzazione che vengono fatte ogni anno”. Di fatto l’assunzione della pillola per abortire non presenta costi di ticket, e gli ospedali hanno le mani legate: “loro possono solo mettere un tetto limite al numero di pillole da somministrare alle ragazze – spiega – ma non risulta possibile monitorare quanti aborti un singolo individuo abbia già fatto”.

Ogni settimana almeno una decina di donne si reca in ospedale con questo fine, e se la struttura ha esaurito la disponibilità cerca assistenza altrove. “È un fenomeno in crescita, che impone di intervenire in maniera ancora più decisa – conferma Moretti -. Noi grazie ai soldi che raccogliamo diamo un contributo economico alle madri purché tengano il bambino, e dobbiamo ingegnarci nel trovare sempre efficaci forme di aiuto”. E in molti casi, la decisione dell’aborto non riguarda solo motivi di ordine economico: “nel 90% delle situazioni il fidanzato mette la donna di fronte alla decisione di dover scegliere tra lui e il bambino, e la paura di restare sole condiziona la loro decisione”.

Quindi il segreto per il futuro è racchiuso in una rete di sinergie, prima con i Cav di Seriate e di Bergamo, poi con le Asl e le ostetriche. “Abbiamo anche un ottimo rapporto con l’ospedale di Alzano – prosegue Moretti – con i quali abbiamo avviato una solida collaborazione”. Ora si attende la primavera, per la raccolta firme a livello europeo al fine di riconoscere l’embrione come individuo.

di Cristiano Gamba

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