12/03/2014

Aborto al Pertini, On. Tarzia: ”Vergognosa strumentalizzazione di un dramma”

“E’ quanto mai singolare che una vicenda avvenuta al Pertini nel 2010, venga portata all’attenzione dei media dall’Associazione Luca Coscioni solo oggi, all’indomani della sanzione per l’Italia (motivata dall’assunto che ci sarebbero troppi obiettori di coscienza), annunciata dal Comitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio d’Europa”.

Lo afferma Olimpia Tarzia, presidente Movimento PER Politica Etica Responsabilità e vicepresidente della Commissione Cultura della Regione Lazio. “Il caso riguarderebbe una donna, al quinto mese di gravidanza, per la quale erano state avviate le procedure per un aborto eugenetico, cosiddetto ‘terapeutico’, donna assistita dall’Associazione Luca Coscioni, udite udite, non per questa vicenda (come mai per quattro anni l’Associazione non ha ritenuto opportuno assisterla? E come mai la donna non ha, all’epoca, sporto denuncia?) bensì sul tema della legge 40, poiché le era stato rifiutata la possibilità di effettuare una diagnosi pre-impianto, per l’appunto vietata dalla legge 40. L’Associazione Coscioni ha infatti presentato solo ieri il provvedimento del Tribunale nei confronti del Pertini. L’operazione appare tristemente mediatica (probabilmente l’inizio di un’orchestrata campagna ideologica) e, come sempre, sulla pelle dei più deboli attraverso la strumentalizzazione di un dramma, sul quale, certamente si dovrà fare luce. Se c’è stata realmente omissione di soccorso, questa va imputata nei confronti dei medici di turno, non tirando in ballo l’obiezione di coscienza, che tra l’altro, vorrei ricordare, oltre ad essere un diritto fondamentale, previsto dalla stessa L.194, permette comunque al medico obiettore di intervenire qualora vi sia pericolo di vita.

A conferma della percezione di un’operazione ideologica – continua Tarzia – vanno le parole che la donna avrebbe riferito riguardo all’arrivo di ‘due strani personaggi con il Vangelo in mano, dicendoci che stavamo commettendo un crimine’: se non fosse per la serietà della strumentalizzazione del caso, risulterebbe persino ridicolo immaginarsi una tale situazione nel bagno di un ospedale… Chi sarebbero? Chi li avrebbe fatti entrare? Di quale ricerca spasmodica attraverso i bagni dell’ospedale, agitando Vangelo e lanciando anatemi, si sarebbero fatti promotori?

La realtà – conclude Tarzia – è che l’iniziativa dell’Associazione Coscioni evidenzia una schizofrenia sociale di cui è affetto il nostro Paese: ci si riempie la bocca di sostegno alle persone disabili, ma a un bambino malato si vuole negare la pari opportunità di nascere che ha un bambino sano, si moltiplicano iniziative sulla disabilità, sbandierandole in ogni occasione, ma, attraverso l’aborto eugenetico, cioè la selezione tra bambini sani e bambini malati, si viola pesantemente la Dichiarazione Universale dei diritti umani, classificando gli esseri umani di serie A, degni di vivere e di serie B, indegni di vivere. E’ una “cultura dello scarto”, mistificata da falsa pietà, che si sta facendo sempre più spazio e che non possiamo permettere prevalga. Manca, drammaticamente, una rete di accoglienza, di condivisione, di supporto, di effettiva tutela sociale della maternità, di cui le istituzioni per prime si devono fare carico”.

Fonte: Prima Pagina News

 

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